Parola ad Alessandro Riello, presidente di Aermec, una delle aziende più importanti in Italia che opera nel settore della climatizzazione. Dalla fondazione del 1920 ai giorni nostri un lungo viaggio fatto di scommesse vinte, investimenti e rapporti internazionali sempre più consolidati senza dimenticare lo strettissimo legame con la terra d'origine.
Alessandro Riello presidente del Gruppo Aermec azienda leader a livello internazionale nell'ambito dei condizionatori.
Il Gruppo Aermec è leader a livello internazionale. Ci racconti brevemente la storia della Sua azienda.
La storia imprenditoriale della nostra famiglia inizia nel 1920 quando il nostro bisnonno, emigrato giovanissimo in Brasile, ritorna in Italia e fonda con i suoi 3 figli – Raffaello, Pilade e Giuseppe- la Riello Bruciatori. Agli inizi degli anni ’60 nostro padre Giordano, figlio di Raffaello, decide di uscire dall’azienda di famiglia per fondare la “Riello Condizionatori”, ed inizia la produzione per conto terzi di piccoli condizionatori monoblocco a uso domestico. Dopo qualche anno prende vita il marchio Aermec con il progetto di commercializzare i prodotti in modo diretto sul mercato e viene presa la decisione di entrare nel mondo impiantistico con linee di refrigeratori fino a 200 KW e con i terminali ventilati dei quali oggi siamo market leader. E’ alla metà degli anni ‘90, però, che si decide di cambiare pelle: si abbandona la denominazione “Riello condizionatori” e si assume una nuova identità adottando Aermec come ragione sociale. Nel contempo altri due fatti importanti intervengono nella vita dell’azienda e segnano il suo sviluppo futuro: l’ingresso nella grande impiantistica con refrigeratori che oggi arrivano fino a 4 MW e dare all’azienda un imprinting internazionale. Oggi Aermec divide il proprio fatturato per il 50% sul mercato nazionale e l’altra metà sui mercati esteri; è presente in tutti i continenti con 7 società commerciali direttamente controllate ed una fitta rete di distributori. Aermec oggi ha superato i 350 milioni di euro di fatturato e può contare su 890 collaboratori mentre la Giordano Riello International Group, che controlla anche Aermec, opera con 7 stabilimenti in Italia e uno all’estero e può contare su oltre 1900 collaboratori sviluppando un fatturato di oltre 550 milioni di euro. Per ciò che riguarda Aermec, ci rende orgogliosi il fatto che tutti i prodotti venduti nel mondo vedono la luce nel nostro stabilimento di Bevilacqua, nella bassa veronese.
Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda sul mercato attuale?
La condizione più importante che ha decretato il successo di Aermec è l’aver mantenuto un clima familiare che ha favorito una forte fidelizzazione dei nostri collaboratori, quel senso di appartenenza che è importante affinché tutte le persone che lavorano con noi si sentano coinvolte e partecipi di un progetto. La nostra famiglia sente profondamente le radici del territorio che ha dato i natali all’impresa e non può dimenticare il debito di riconoscenza che sente verso quella terra e quella gente che le ha dato la possibilità di nascere, crescere e raggiungere i traguardi che si era prefissati.
In questi anni, alcuni anche di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la Sua azienda? Qual è il peso delle attività internazionali oggi sul business di Aermec?
In questi ultimi anni, certamente non facili, Aermec ha continuato nella sua strategia di crescita ed espansione per essere sempre più presente, in modo consolidato e organizzato, sui mercati internazionali. Il nostro obiettivo è quello che i nostri volumi di produzione siano dedicati per il 50% al mercato domestico, che vogliamo sempre e comunque presidiare in modo importante, mentre il restante 50% è dedicato all’export. La nostra crescita sui mercati internazionali è sempre stata volta a creare una solida e competente organizzazione pre e post vendita, anche prima ancora di iniziare l’azione distributiva. Oggi l’organizzazione di Aermec all’estero vede 7 società commerciali direttamente controllate e 60 distributori nel mondo e opera in Europa, Medio Oriente, Asia, Australia, Paesi dell’Africa Mediterranea, Sud Africa, Nord e Sud America.
Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e, più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?
I maggiori problemi che noi affrontiamo, soprattutto in alcune aree del mondo, sono legate alle normative sempre in evoluzione e che regolano l’utilizzo della componentistica e dei gas, , soprattutto rivolte ai temi legati all’impatto ambientale. Non è tanto un problema di difficoltà nell’adeguare i prodotti alle nuove esigenze, quanto i tempi che vengono spessi imposti. E’ chiaro che in alcuni Paesi le normative sono create, anche in modo strumentale, per proteggere i produttori locali.
Quali sono i Vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?
Certamente i nostri progetti per il futuro sono quelli di consolidamento e di crescita. Abbiamo l’obiettivo di ampliarci in mercati anche nuovi ma non lo dichiariamo in anticipo: sarebbe comodo per la concorrenza se noi svelassimo i nostri progetti.