Un articolo di: Redazione

Uno dopo l’altro la Cina i conquista i primati mondiali nel settore delle energie rinnovabili. Il “passaggio verde” è al centro dell’attenzione della autorità di Pechino. Nel sud della Cina è stata messa in funzione la prima al mondo turbina eolica off-shore, progettata per resistere alla forza micidiale dei tifoni.

La Cina vuole lavorare mano in mano con la Russia e con gli altri Paesi del mondo per accelerare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile. Lo ha dichiarato il 28 giugno scorso al Forum gaspetrolifero internazionale di Vladivostok, nell’Estremo Oriente della Russia, il console generale della Cina, Pyao Yangfan. “Siamo pronti a intensificare il coordinamento e gli scambi con la Russia nel settore delle energie rinnovabili per garantire con questo nostro impegno congiunto lo sviluppo sostenibile per la Cina e per la Russia”, ha sottolineato il Console cinese.
La Cina e la Russia stanno sviluppando molte nuove tecnologie per ridurre l’impatto negativo delle proprie super produzioni di energia sull’ambiente. Secondo i dati, presentati il 28 maggio scorso dal gruppo a partecipazione pubblica “Rosneft”, nel periodo 2020-2022 la realizzazione del programma intitolato “Rosneft-2030: l’energia sicura e il passaggio energetico globale” ha permesso a questo maggiore produttore petrolifero della Russia, di ridurre dell’11% le emissioni nell’atmosfera dei gas serra.
Negli ultimi dieci anni anche la Cina ha accelerato il passaggio dell’economia alla produzione dell’energia “verde” a bassa emissione di carbonio. È stata data una spinta allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili. “Di conseguenza la capacità di generazione del settore energetico “green” ha superato un miliardo di kilowatt”, ha detto il console Pyao Yangfan.
Infatti la produzione di energia rinnovabile in Cina si sta aumentando a passi da gigante. Nel settore si concentrano molte nuove tecnologie che vanno dall’elettronica ai sofisticati materiali compositi. L’anno scorso nella provincia del Guangdong, nella Cina Meridionale, è stata messa in funzione la prima al mondo turbina eolica galleggiante in acque profonde, progettata e omologata per resistere ai tifoni, un fenomeno meteorologico di certo non raro da quelle parti del Paese. Il progetto, chiamato Sanxia Yinling Hao, rappresenta una piattaforma galleggiante sulla quale è stata installata una turbina della serie “Fuyao”, capace di produrre 6,2 megawatt di energia elettrica.
La turbina è stata sviluppata da China Three Gorges e da MingYang Smart Energy, produttore leader di turbine eoliche in Cina. Alla realizzazione di questo progetto unico ha partecipato il gigante nipponico Hitachi Energy, che ha sviluppato e ha costruito il primo trasformatore a secco di tipo Vacuum-Cast-Coil (VCC), appositamente progettato per le turbine eoliche galleggianti off-shore.
“Questa turbina eolica galleggiante è un gigantesco passo avanti dell’industria dell’energia rinnovabile”, ha dichiarato JianHua Zhang, responsabile del settore trasformatori elettrici per la Cina di Hitachi Energy.
E la realizzazione l progetto Sanxia Yinling Hao è stato soltanto il primo passo della serie: sempre la società MingYang Smart Energy sta costruendo la più grande turbina eolica offshore mai realizzata. Il colosso si chiama MySE 16.0-242 e rappresenta una turbina eolica offshore alta 242 metri che da sola sarà in grado di alimentare 20.000 case per 25 anni. Secondo gli esperti di Greenreport “una singola turbina MySE 16.0-242 produrrà 80 milioni di kWh di elettricità all’anno”. Quando la gigantesca turbina eolica entrerà in funzione, le sue tre pale da 118 metri di lunghezza ciascuna, gireranno in un’area di 46.000 metri quadrati, l’equivalente di più di sei campi da calcio. Nel corso della sua vita, una sola di queste turbine “sarà in grado di eliminare oltre 1,6 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica”.
In precedenza, il gruppo China Three Gorges aveva costruito il più grande impianto di pannelli solari galleggiante nella provincia orientale di Anhui. Il blocco di pannelli solari, costruito in un lago che si era formato nel cratere comparso in seguito al crollo di una vecchia miniera di carbone, è capace di generare fino a 150 megawatt di energia elettrica. La costruzione della centrale elettrica solare è venuta a costare 151 milioni di dollari.
Attualmente la quota delle fonti rinnovabili nel quadro nazionale cinese della produzione di energia ha superato il 45%, con un aumento di circa il 12%, rispetto ai risultati registrati alla fine del 2015. Il contributo maggiore nel “passaggio verde” della Cina appartiene alle centrali idroelettriche, la cui produzione sta per raggiungere quota di 400 gigawatt di elettricità. Al secondo posto si trovano i parchi eolici con oltre 305 gigawatt di energia generati, mentre al terzo posto si sono piazzate le centrali solari con l’output stimato in circa 300 gigawatt. Secondo Il Dipartimento nazionale cinese per l’energia, per tutti questi tipi di generazione elettrica verde la Cina si trova ai primissimi posti nel mondo.
La strategia del “passaggio verde” di Pechino è stata presentata nel documento del titolo “Libro bianco per reagire ai cambiamenti climatici: la politica e le azioni della Cina”. Il Paese si sta garantendo lo stabile sviluppo economico e industriale grazie al continuo potenziamento delle fonti di energia rinnovabili e non fossili. Negli ultimi tre anni è stata accelerata la “trasformazione dell’industria dell’energia cinese in base al principio della bassa emissione di carbonio”.
Secondo il “Libro bianco” grazie all’aumento dell’efficienza dell’industria dell’energia, la Cina contribuisce tantissimo al risparmio energetico globale e alla riduzione delle emissioni di CO2: dal 2011 al 2022 l’intensità energetica della Cina, calcolata come consumo di energia per la produzione di un’unità del Pil – è diminuita di circa il 30 per cento.

Giornalisti e Redattori di Pluralia

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