Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, interviene a proposito di crisi energetica, sanzioni sul petrolio e transizione energetica
E' presidente e fondatore di Nomisma Energia, società di ricerca indipendente. È professore a contratto presso l’Università di Bologna ed editorialista per l’energia del Sole 24 Ore.
Presidente, è importante che i flussi di gas con la Russia rimangano?
E’ importante perché ciclicamente fare a meno di una quantità talmente enorme non è affatto semplice. Abbiamo visto che nell’anno passato ne abbiamo fatto uso, nonostante i proclami roboanti di abbandonarlo. E’ necessario affinché i prezzi tornino bassi. Anche solo la possibilità che questo gas ci sia, aiuta a superare il panico. Questa è la cosa importante.
Le sanzioni sui pagamenti e sul petrolio sono un fallimento? Hanno danneggiato più l’Europa o la Russia?
Hanno danneggiato più la Russia, ma nel lungo termine.
Il prossimo inverno come sarà? La crisi del gas è finita?
La crisi del gas non è finita. Dobbiamo aspettare la pace con la Russia. E’ una crisi destinata a durare decenni. Magari i prezzi scenderanno, ma i segni sono destinati a mantenersi per tanto tempo.
Ci sarà un giorno in cui smetteremo di approvvigionarci dalla Russia?
Sì, potrebbe esserci. Io mi auguro di no perché significherebbe che la guerra non è ancora terminata. Se continua la guerra in tre o quattro anni saremo a zero.
Mi auguro che non arrivi il giorno in cui smetteremo di approvvigionarci dalla Russia: significherebbe che la guerra non è ancora terminata
Ci si è approcciati alla transizione energetica con un fare ideologico, mettendo in difficoltà l’industria?
Sì certo. Questa transizione ecologica è molto ideologica, ma perché è coerente con la sua idea di liberare il mondo da questa minaccia del cambiamento climatico. E’ stata ideologica e ha fatto un danno all’industria sicuramente, ma nella loro ideologia anche del bene. Si è stimolata la ricerca e cercato di abbassare l’inquinamento, cose su cui tutti siamo d’accordo.
Questa transizione ecologica è molto ideologica e ha danneggiato l’industria