Un articolo di: Redazione

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha lanciato un duro monito all’Occidente: “State distruggendo con le vostre mani il sistema di relazioni finanziarie, commerciali ed economiche da voi costruito”. Per il leader russo “sta nascendo un nuovo modello, non occidentale e non a favore di pochi eletti, bensì per l'intera umanità, per l'intero mondo multipolare in parte già funzionante e in parte ancora via di sviluppo”.

Martedì 12 settembre è stata la giornata principale dell’Ottava edizione del Forum economico dell’Est, in corso a Vladivostok, il capoluogo e il maggiore porto della Russia sul Pacifico. L’evento centrale è stato il discorso del presidente russo Vladimir Putin, che con il seguito di domande è durato quasi tre ore.

La Russia è aperta alla collaborazione con il mondo intero ma nella situazione attuale di conflitto, caratterizzata da attacchi politici e dalle sanzioni dell’Occidente, Mosca deve rafforzare il vettore “orientale” della propria cooperazione politica, economica e commerciale. Un’altra area prioritaria per le politiche del Cremlino è il Sud globale.

“Noi tutti – ha sottolineato Putin – sappiamo bene come l’economia globale sia cambiata e continui a cambiare negli ultimi anni. E questo perché alcuni Paesi, in primo luogo quelli occidentali, stanno distruggendo con le proprie mani il sistema di relazioni finanziarie, commerciali ed economiche che essi stessi crearono nel corso degli anni “.

Al sistema “occidentale” il presidente russo ha contrapposto una nuova struttura di cooperazione tra gli Stati che “non si sottomettono alle pressioni esterne ma seguono i propri interessi nazionali”. Il numero di questi Paesi aumenta di anno in anno. Lo dimostra l’esperienza del gruppo BRICS, che il 1° gennaio del 2024 passerà da cinque Stati fondatori – Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica – a 11 Paesi membri. Secondo il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, “dopo l’allargamento a sei nuovi Stati i BRICS rappresenteranno il 36% del PIL mondiale e il 47% della popolazione dell’intero pianeta”.

Il presidente del Sudafrica, Ciryl Ramaphosa ha spiegato che “più di 40 Paesi stanno considerando molto seriamente l’opportunità di aderire ai BRICS”. E questo perché l’Occidente appare sempre meno affidabile agli occhi di molti Paesi del mondo.

“Il lancio delle sanzioni, delle restrizioni sui pagamenti in dollari – ha spiegato Putin – quali sono gli effetti di questa politica? Le sanzioni contro la Russia hanno spinto i Paesi del mondo a passare a un sistema proprio di strumenti finanziari, a rinunciare all’idea stessa di investire i propri fondi negli strumenti finanziari degli Stati Uniti e dell’Europa. Quel che dico non è legato al congelamento in Occidente di 300 miliardi di dollari delle riserve valutarie della Russia. Abbiamo già guadagnato il doppio. Non si tratta di 300 miliardi, ma di compromettere la credibilità dell’Occidente. Stanno distruggendo la propria affidabilità”.

Tutti questi fattori, secondo il leader del Cremlino, hanno favorito la nascita di un “nuovo modello globale, non occidentale e non a favore di pochi eletti, bensì a favore di tutta l’umanità, a favore dell’intero mondo multipolare e questo modello in parte è già funzionante e in parte è ancora in via di sviluppo”.

Le cifre concrete di questa nuova cooperazione economica e commerciale tra la Russia e il mondo asiatico non possono non impressionare. “Vorrei sottolineare – ha notato Putin – che l’anno scorso gli interscambi commerciali tra la Russia e i Paesi dell’Asia e del Pacifico sono cresciuti del 13,7%, dopodiché nel primo semestre di quest’anno l’aumento è stato ancora del 18,3%. Sono molto fiducioso che le nostre relazioni economiche, il nostro commercio con i Paesi dell’Asia e del Pacifico continuino a svilupparsi, perché la Russia e in particolare l’Estremo Oriente russo hanno un forte potenziale di crescita e sono aperti a questa collaborazione”.

A margine del Forum di Vladivostok sono stati siglati alcuni accordi economici e finanziari, uno dei quali prevede la costruzione con la partecipazione finanziaria cinese di un parco eolico vicino alla città russa di Blagoveschensk. Il progetto del parco eolico da 1 megawatt di potenza sarà realizzato dal gruppo russo EN+ e dalla società cinese China Energy. Il 70% dell’investimento, stimato in 70 miliardi di rubli (753 milioni di dollari circa, N.d.T.) sarà garantito dalle banche cinesi nell’ambito del project financing. L’Estremo Oriente russo produce elettricità in quantità più che abbondanti, perciò il 100% dell’energia generata dal nuovo parco eolico sarà esportato verso la Cina.

Per la Russia lo sviluppo economico e sociale dell’Estremo Oriente è una delle priorità per tutto il 21° secolo. Uno dei compiti fondamentali è quello di accelerare la prospezione geologica delle ricchissime risorse naturali delle regioni orientali della Russia e di avviare lo sfruttamento industriale dei giacimenti di rame, di oro, di carbone e di terre rare. In questo momento meno del 35% del sottosuolo dell’Estremo Oriente russo è stato studiato. “Negli ultimi 10 anni – ha detto il presidente russo – il traffico merci nei porti marittimi dell’Estremo Oriente russo è aumentato di 1,6 volte, la produzione di oro e di carbone sono cresciute rispettivamente di 1,6 e di 2,9 volte”.

Mentre a Murmansk, nel nord-ovest della Russia, il gruppo Novatek di Leonid Mikhelson sta costruendo alcuni moderni stabilimenti industriali Arctic SPG per la produzione di gas naturale liquefatto (GNL), nell’Estremo Oriente analoghi progetti sono realizzati da Sachalin Energy (un progetto congiunto tra Gazprom, Mitsui e Mitsubishi) e da Yamal SPG (Novatek, TotalEnergies, CNPC e SRF). Per potenziare le capacità di export per gli stabilimenti di Murmansk saranno costruiti alcuni nuovi gasdotti. Nell’Estremo Oriente, per aumentare le forniture del gas ai centri di liquefazione, alcuni gasdotti locali saranno collegati al principale gasdotto siberiano “Forza della Siberia”, attraverso il quale la Russia esporta il “combustibile blu” verso la Cina. Grazie allo sforzo di Novatek la Russia nel 2023 si è trovata al secondo posto dei maggiori fornitori di GNL all’Europa. Il principale Paese-importatore di GNL, prodotto dal Gruppo di Leonid Mikhelson, è la Spagna.

I lavori del Forum economico dell’Est terminano il 13 settembre, ma l’attenzione del mondo si sposta mercoledì verso la residenza presidenziale nei dintorni di Vladivostok, dove dovrà svolgersi il summit tra Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un, arrivato martedì in Russia con un treno speciale da Pyongyang. Mentre dal Cremlino non trapela niente sul vertice, il portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov, ha spiegato che non ci sarà nessuna conferenza stampa. I media internazionali sostengono che al centro dei colloqui ci sarà la cooperazione tecnico-militare tra la Russia e la Corea del Nord. Inoltre il presidente Kim potrebbe chiedere alla Russia alcune delle sue tecnologie avanzate e anche di aumentare l’invio di aiuti umanitari al popolo nordcoreano.

Giornalisti e Redattori di Pluralia

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