Un articolo di: Tommaso Baronio

Qualche domanda a proposito di pace, disarmo e ruolo della scienza al fisico Carlo Rovelli

Fisico, saggista e divulgatore

Carlo Rovelli

Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti . Ora insegna in Francia all'Università di Aix-Marseille. La sua principale attività scientifica è nell'ambito della teoria della gravità quantistica a loop. Si è occupato anche di storia e filosofia della scienza.
Rovelli ha scritto diversi libri, tra cui Sette brevi lezioni di fisica, Best Seller internazionale.

Tommaso Baronio

Professore, il disarmo globale è un’utopia?

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Riduci
Carlo Rovelli
Anche abolire la schiavitù, il voto alle donne, l’educazione universale, e l’assistenza medica per tutti erano utopie.
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Riduci
Tommaso Baronio

Da dove crede bisognerebbe partire a costruire?

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Riduci
Carlo Rovelli
Dall’uscire dalla logica attuale per la quale i rapporti fra le nazioni sono concepiti in termini di competizione, predominio, confronto, contenimento, scontro, anziché in termini di collaborazione, scambio, vantaggi reciproci.  Collaborando ci sono vantaggi per tutti. Dal confronto si hanno solo perdite, limiti, e si arriva a devastazioni per tutti.
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Riduci

Bisogna uscire dalla logica del confronto tra nazioni e sostituirla con la collaborazione

Tommaso Baronio

Usa e Russia nel momento più duro della guerra fredda fecero un patto sul nucleare, guidati dai fisici di ambo i lati. Oggi potrebbe essere un evento ripetibile?

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Riduci
Carlo Rovelli
Sarebbe bellissimo, non mi pare stia accadendo.
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Tommaso Baronio

Serve più cooperazione tra gli scienziati delle diverse nazioni?

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Carlo Rovelli

La scienza funziona già privilegiando la collaborazione. Mentre i governi si azzuffano, i rapporti fra gli scienziati di Paesi in conflitto rimangono amichevoli. Non è una novità di questi anni. Quando per esempio l’Europa si dilaniava nella guerra dei Trent’anni, gli intellettuali di tutto il continente si parlavano fra loro senza difficoltà.

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Tommaso Baronio

Crede che la comunità scientifica stia facendo abbastanza per tentare di impedire un’apocalisse nucleare?

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Carlo Rovelli

No, non lo credo. Non fa molto, a parte qualche appello, buono certo, ma che cade inascoltato. Credo che il rischio di una catastrofe nucleare sia vicinissimo, e non ho alcuna fiducia nei governanti occidentali e nella loro capacità di essere ragionevoli.

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Tommaso Baronio

Perché tutti i Paesi sono ancora in affanno nel cercare di vendere e comprare armi?

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Riduci
Carlo Rovelli
Le élites degli Stati Uniti ritengono in questo modo di poter mantenere l’attuale dominio sul mondo. Questo è quanto scrive apertamente il governo americano nei suoi documenti, e quanto dicono i politici nei loro discorsi pubblici. È quello che Biden chiama il “US-led world order”, cioè l’ordine mondiale sotto gli Stati Uniti.  Gli altri paesi occidentali, come l’Italia, lo fanno sotto pressione americana perché ritengono che il loro interesse sia restare sotto il padrone più potente. Il resto del mondo lo fa spesso per poter resistere alla pressione militare Americana. Un esempio palese è la Corea del Nord, che ha sviluppato un pericoloso programma nucleare come estrema deterrenza, per difendersi: ci sono sottomarini atomici americani davanti alle sue coste e regolari esercitazioni militari americane a distanza di vista dai suoi confini.  Un governante che aveva accettato di rinunciare a sviluppare un programma nucleare, in cambio di assicurazioni occidentali, è stato Gheddafi.  Abbiamo visto come è finito lui e il suo paese.
Purtroppo però temo che un motore potente che nutre l’attuale corsa agli armamenti non siano nemmeno scelte geopolitiche strategiche, per quanto poco sagge: sia piuttosto il fatto che il mercato delle armi è terribilmente lucrativo e foraggia la politica, creando un circolo vizioso. Negli Stati Uniti per esempio, il Congresso riceve ogni anno una richiesta di finanziamenti militari dal governo, e quasi sempre decide per spese militari addirittura più alte di quanto richiesto. L’intera industria militare americana ha un peso enorme su queste decisioni. In Italia, il presidente dell’associazione delle industrie militari è diventato il nostro attuale Ministro della difesa. Invece di occuparsi del futuro dell’umanità e dei rischi catastrofici, ciascuno è miope e guarda il suo interesse particolare. Siamo come in una nave che naviga verso uno scoglio e sulla quale i marinai, invece di guardare dove sta andando la nave, si litigano fra loro per un pezzetto di corda.
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Riduci

Invece di occuparsi del futuro dell’umanità e dei rischi catastrofici, ciascuno è miope e guarda il suo interesse particolare

Tommaso Baronio

E’ fiducioso nel fatto che i politici, in primis, possano prendere dei provvedimenti per muovere passi verso una pace e un disarmo globale?

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Carlo Rovelli

Ci sono tantissime voci che lo chiedono. In tanti paesi non occidentali, nelle Nazioni Unite, dai grandi leader religiosi come il Papa e il Dalai lama, a tanti intellettuali che cercano di guardare lontano.  In questo momento non vedo lungimiranza nei politici italiani e occidentali. Vedo anche nella maggior parte dei media un asservimento sfacciato alla miopia della politica. Spero che la ragionevolezza prevalga, ma per ora i segni sono negativi.  Non solo le spese militari stanno aumentando a spirale, ma soprattutto la bellicosità e la demonizzazione reciproca fra l’Occidente e il resto del mondo stanno crescendo pericolosamente. Il timore che ho è che ci stiamo avvicinando pericolosamente alla fine dei secoli di colonialismo, e nel peggior modo possibile. Invece di costruire una comunità internazionale articolata e capace di comunicazione, l’Occidente si sta arroccando sulla difesa di un dominio che non è ormai più in grado di reggere.

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Riduci
Giornalista

Tommaso Baronio