Un articolo di: Tommaso Baronio

Andrà in Cina giovedì e si fermerà per due giorni, cercando di appianare le tensioni tra le potenze economiche più grandi del mondo

Continuano le prove di disgelo tra Cina e Usa. Dopo l’importante visita del Segretario di Stato Antony Blinken al Presidente cinese Xi Jinpiin, con il chiaro obiettivo di ristabilire canali diplomatici e comunicazioni, ci sarà un altro incontro molto importante: il Segretario del Tesoro, Janet Yellen, si recherà a Pechino giovedì per incontrare il suo omologo cinese. 

Un faccia a faccia molto importante a livello diplomatico dopo la gaffe internazionale del Presidente Usa Joe Biden, che durante una raccolta fondi per la prossima campagna elettorale ha definito Xi Jinping un “dittatore” destando furiose proteste da parte dei cinesi.

La Yellen, dal canto suo, sembra molto equilibrata, anche nella parole utilizzate in pubblico per descrivere i rapporti tra i due colossi mondiali. Il Segretario del Tesoro ha infatti definito “disastrosa” l’idea di un disaccoppiamento tra le due economie e condividendo il pensiero che le due nazioni “possono e devono trovare un modo per vivere insieme”. In un discorso alla Johns Hopkins University ad aprile, il funzionario aveva  invocato la “cooperazione sulle urgenti sfide globali dei nostri giorni” tra i due Paesi per mantenere la stabilità globale, sostenendo al contempo le restrizioni economiche imposte alla Cina per promuovere gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Il Segretario si intratterrà per un paio di giorni in Cina, fino al 9 luglio, incontrando funzionari cinesi, le aziende statunitensi che fanno affari nella Repubblica Popolare e i cittadini. 

L’obiettivo è chiaro: approfondire e aumentare le comunicazioni tra le due potenze, non risolvendo le divergenze significative presenti, ma appianando la strada per un lento processo di avvicinamento. I temi che verranno toccati in questa visita riguarderanno la stabilizzazione dell’economia globale e il sostegno della Cina alla Russia nella guerra nel cuore dell’Europa. 

Più nello specifico, le tematiche e soprattutto le divergenze che verranno affrontate riguarderanno sicuramente il recente divieto imposto dalla Cina alla Micron Technology, produttore statunitense di chip di memoria utilizzati in telefoni, computer e altri dispositivi elettronici. A maggio il governo cinese ha impedito alle aziende che gestiscono informazioni critiche di acquistare microchip prodotti dalla Micron, dopo che l’amministrazione Biden aveva recentemente preso provvedimenti per impedire ai produttori cinesi di chip di accedere a strumenti cruciali necessari per la produzione di chip avanzati.

La Yellen dovrebbe anche esprimere le sue preoccupazioni sulle violazioni dei diritti umani legate al trattamento riservato dalla Cina alle minoranze etniche nello Xinjiang, dove il governo cinese è stato accusato di detenzioni di massa di musulmani. I funzionari americani sperano anche di comprendere meglio la portata della nuova legge cinese sul controspionaggio, che potrebbe presentare nuove sfide per le aziende straniere.

Ovviamente sul tavolo ci sono anche l’accordo per la ristrutturazione del debito dello Zambia, che deve 4,1 miliardi di dollari alla Cina, in cui agiranno da mediatori i paesi del G20. Infine c’è il dossier TikTok, poiché i legislatori statunitensi hanno interrogato l’amministratore delegato, Shou Zi Chew, sulla sicurezza dei dati e sui legami dell’azienda di social media con la Cina.

 

Una visita complicata, che non pretende di risolvere tutte le problematiche presenti, ma di porre un primo mattoncino per risanare un rapporto, che se venisse a mancare come dice la Yellen “sarebbe destabilizzante per il resto del mondo. Sappiamo invece che la salute delle economie cinese e statunitense è strettamente legata”.

Giornalista

Tommaso Baronio