Un articolo di: Edward Lozansky

L’elenco dei componenti della squadra del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump è lungo, quindi ci concentreremo sui candidati della più importante “troika” che si occupa di affari esteri e sicurezza nazionale.

Marco Rubio

Cominciamo dal futuro possibile segretario di Stato Marco Rubio (nella foto). In qualità di vicepresidente della commissione intelligence del Senato e membro della commissione per le relazioni estere, Rubio ha spesso affermato che Cina, Iran, Corea del Nord e Russia sono sempre più uniti contro gli Stati Uniti. “Hanno tutti lo stesso obiettivo: indebolire l’America, indebolire le nostre alleanze, indebolire la nostra posizione nel mondo, le nostre capacità e la nostra volontà”, ha detto in uno dei suoi recenti discorsi.

Nominando Mike Walz come suo nuovo consigliere per la sicurezza nazionale, Trump ha affermato che Mike è “un leader riconosciuto a livello nazionale nel campo della sicurezza nazionale, un autore di best-seller, un esperto delle minacce poste da Cina, Russia, Iran e terrorismo globale, e sarà uno straordinario sostenitore del nostro impegno per la pace attraverso la forza! Si noti che Trump non ha menzionato la Corea del Nord, ma ha aggiunto un po’ di “terrorismo globale”.

Walz, in particolare, lo ha detto durante una recente intervista alla National Public Radio sulla fine della guerra in Ucraina: “Prima di tutto, bisogna imporre vere sanzioni energetiche alla Russia. La Russia è essenzialmente una stazione di servizio con armi nucleari, quindi questo costringerà Putin al tavolo delle trattative. Abbiamo una certa influenza, come la revoca del divieto sull’uso di armi a lungo raggio, che abbiamo fornito anche all’Ucraina”.

Keith Kellogg

Trump ha anche scelto il tenente generale in pensione dell’esercito americano Keith Kellogg, ex consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente Mike Pence, come suo inviato speciale per Ucraina e Russia. “Keith ha avuto una illustre carriera militare e imprenditoriale, compreso il servizio in posizioni altamente sensibili per la sicurezza nazionale durante la mia prima amministrazione. E’ stato con me fin dall’inizio”, ha scritto Trump sulla sua pagina Truth Social, sottolineando che “insieme garantiremo la pace attraverso la forza e renderemo di nuovo sicuri l’America e il mondo”.

Trump non ha detto, tuttavia, che Kellogg era il principale consigliere per la sicurezza del vicepresidente Mike Pence. Ma è stato Pence a forzare il licenziamento del consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, il generale Michael Flynn, il 13 febbraio 2017, cioè appena 22 giorni dopo che Flynn aveva prestato giuramento. Flynn ha condiviso e preso sul serio l’obiettivo strategico di Trump di “andare d’accordo con la Russia” e, se avesse mantenuto l’incarico, avrebbe potuto aiutare Trump a resistere alle pressioni del Deep State e degli autori dello scandalo Russia Gate che ha distrutto la sua presidenza.

Per quanto riguarda Kellogg, lui e Fred Fleitz, che ha prestato servizio nel Consiglio di sicurezza nazionale durante la prima amministrazione Trump, hanno proposto di risolvere la crisi Russia-Ucraina esercitando pressioni su entrambe le parti: “L’Ucraina otterrà più armi americane solo se entrerà nei negoziati di pace, e al Cremlino verrà detto che qualsiasi rifiuto di negoziare porterà ad un aumento del sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina”. Sembra un ultimatum, ma Putin non può e non vuole cedere alle minacce. Allora dove andiamo a finire?

Dopo più di due anni di conflitto la maggior parte degli ucraini vorrebbe che il proprio Paese raggiungesse un accordo per porre fine alla guerra il prima possibile.

Durante la sua campagna presidenziale, Trump aveva promesso che, se avesse vinto, avrebbe posto fine alla guerra entro 24 ore, ancor prima di entrare alla Casa Bianca. Ciò non è avvenuto, inoltre i combattimenti hanno continuato ad intensificarsi; Si può quindi presumere che i passi concreti da parte degli Stati Uniti inizieranno dopo il 20 gennaio 2025, ma la squadra scelta per mantenere questa promessa suscita sentimenti contrastanti.

Inoltre, l’amministrazione Biden uscente, “zoppa”, ha circa sette settimane in più per far fallire i piani di pace di Trump se questi è seriamente intenzionato a raggiungere questo nobile obiettivo. La squadra sopra menzionata non sembra essere il modo migliore per raggiungere questo obiettivo. Biden ha accelerato la fornitura di nuovi aiuti finanziari e militari all’Ucraina e vuole che il Congresso autorizzi altri 24 miliardi di dollari per continuare la guerra. Se il Congresso approverà la legge sarà una cartina di tornasole per la maggioranza repubblicana. E’ avvenuto il giuramento del nuovo Congresso e i repubblicani ora controllano sia il Senato che la Camera dei Rappresentanti, ma fino a quel momento i repubblicani avevano la maggioranza solo alla Camera dei Rappresentanti. Secondo un sondaggio del Pew Research Center condotto dal 12 al 17 novembre, nel Paese permangono significative divisioni partitiche. I repubblicani sono molto più propensi dei democratici ad affermare che gli Stati Uniti stanno fornendo troppo sostegno all’Ucraina (42% contro 13%). I repubblicani sono anche molto meno propensi dei democratici ad affermare che gli Stati Uniti hanno la responsabilità di aiutare l’Ucraina a difendersi dalla Russia (36% contro 65%). Inoltre, i repubblicani e gli indipendenti di tendenza repubblicana non considerano più da tempo la Russia come una seria minaccia per gli interessi degli Stati Uniti, a differenza dei democratici e a quanti tendono a pensarla come loro. Ma ora questo divario tra i Partiti si è ampliato. Attualmente solo il 19% dei repubblicani considera il conflitto armato russo-ucraino una seria minaccia, rispetto al 42% dei democratici.

Dopo più di due anni di conflitto, secondo Gallup, la maggior parte degli ucraini vorrebbe che il proprio Paese raggiungesse un accordo per porre fine alla guerra il prima possibile. Ma l’amministrazione Biden sta spingendo affinché l’Ucraina abbassi l’età minima di leva da 25 a 18 anni per fornire più carne da cannone per continuare la guerra.

Presidente e fondatore dell'Università americana a Mosca "American University"

Edward Lozansky