Un articolo di: Francesco Lovati

Nodirbek Abdusattorov è nato il 18 giugno 2004 a Tashkent, Uzbekistan. E' stato uno dei giocatori più giovani di sempre ad essere riconosciuto Gran Maestro (aveva 13 anni) e ha al suo attivo un mondiale "rapid", un argento e un oro a squadre alle Olimpiadi degli scacchi

A soli 9 anni aveva già stupito per convinzione e talento vincendo il torneo Open di casa, Tashkent, quando riuscì a battere due Grandi Maestri

Varsavia, dicembre 2021. Nodirbek Abdusattorov batte Magnus Carlsen, numero uno incontrastato degli scacchi, e Jan Nepomnyashchy, conquistando il Campionato mondiale degli scacchi rapidi.
“Abdu”, uzbeko di Tashkent, ha solo 17 anni ma è già “Gran maestro internazionale” dal 2017, quando di anni ne aveva solo 13. L’Uzbekistan assisteva così alla rinascita della sua scuola scacchistica che, negli anni, aveva formato campioni come Georgy Agzamov, Shamsiddin Vohidov, Rustam Kasymjanov.

Ma di Abdusattorov di parlava già da tempo, a soli 9 anni aveva già stupito per convinzione e talento vincendo il torneo Open di casa, Tashkent, quando riuscì a battere due Grandi Maestri. Poi nel el 2012 diventava campione del mondo junior e nel 2021, come detto, trionfava a Varsavia nella categoria “rapid” (competizione con tempo limite di 60 minuti a partita). La definitiva consacrazione arrivò poi alle Olimpiadi di Chennai (India) del 2022 con l’argento individuale e l’oro a squadre con la nazionale dell’Uzbekistan.

Oggi, a 19 anni da compiere, è 21 esimo nel ranking con un 2023 iniziato bissando l’impresa di battere Magnus Carlsen, il numero 1 del mondo incontrastato da un decennio, con una prestazione che ha fatto parlare a lungo osservatori e appassionati di questa disciplina.

Javokhir Sindarov, Nodirbek Yakubboev, Shamsiddin Vokhidov, gli altri vincitori dell’oro olimpico, sono tutti nati dopo il 2000

Generazione di fenomeni

Gli scacchi sono particolarmente radicati in Uzbekistan, nazione che conta ben 3 esponenti tra i migliori 100 in classifica: oltre ad Abdusattorov ci sono Rustam Kasimdzhanov e Javokhir Sindarov, anche lui giovanissimo (classe 2005).

E Abdusattarov non è infatti che la punta dell’iceberg del movimento scacchistico uzbeko. Javokhir Sindarov, Nodirbek Yakubboev, Shamsiddin Vokhidov, gli altri vincitori dell’oro olimpico, sono tutti nati dopo il 2000. Lo stato punta forte sugli scacchi, prova ne sono i programmi varati per diffondere questa disciplina nel paese e gli investimenti finalizzati a supportare il movimento, tra i quali l’ingaggio dell’esperto coach Ivan Sokolov, un bosniaco con un grande passato da giocatore e uno ancora più brillante come allenatore, proprio lui ha fatto crescere Alireza Firoujza, iraniano di 19 anni che oggi gioca sotto bandiera francese ed è il numero 2 del ranking internazionale.

Potremmo dire che la squadra di scacchi sia uno specchio dell’Uzbekistan, una nazione giovane, in grande sviluppo demografico ed economico che si appresta a giocare un ruolo sempre più importante nello scenario economico del futuro.

Già nel II secolo in questa terra si giocava, quantomeno una versione primitiva degli scacchi

Una passione che viene da lontano

A Tashkent questo “gioco” è preso terribilmente sul serio, gli scacchi fanno parte della storia e del costume del paese e proprio qui nel 2026 si disputeranno le Olimpiadi degli scacchi. Ma è una storia che arriva da lontana, lontanissimo, nel tempo.
Durante scavi archeologici a Dalvarzintepa (Surkhandarya) nel 1972 furono scoperti pezzi degli scacchi del periodo Kushan (I-II secolo) e nel 1977, ad Afrosiab (Samarcanda), furono scoperti 7 pezzi degli scacchi del VII-VIII secolo. Altre scoperte relative al nobile e antichissimo gioco risalgono agli anni ’90. Insomma, già nel II secolo in questa terra si giocava, quantomeno una versione primitiva degli scacchi. Al posto dei pezzi attuali troviamo l’elefante, lo scià e altre figure antenate dei nostri re, regina, alfiere, cavallo, torre…. Proprio da Samarcanda, Bukhara e altre città dell’Asia centrale lungo la via della Seta, nel passato sono transitati merci, saperi, cultura e si sono sviluppati e diffusi anche gli scacchi. Prima chiamati Shatranj, codificati dal giocatore e letterato persiano al-Adli nel trattato Kitab ash-shatranj. Siamo nel IX secolo e al-Adli indica proprio l’Asia centrale come area di nascita per questo gioco la cui struttura di base è già molto simile a quella attuale. 
Testimonianze di tornei, in particolare a Samaracanda, continuano poi fino all’epoca di Tamerlano, a sua volta esperto giocatore a cui è intitolata una variante medievale del gioco: “Gli scacchi di Tamerlano”, appunto.

La 46 esima Olimpiade degli scacchi si terrà nel 2026 in Uzbekistan

Tashkent 2026

“La vostra straordinaria vittoria è un chiaro risultato della grande cura e attenzione prestata nel Paese all’educazione di una generazione armoniosamente sviluppata, alla promozione della cultura fisica e dello sport, compresi gli scacchi – spiegava Shavkat Mirziyoyev, presidente dell’Uzbekistan ai giovani eroi delle Olimpiadi di Chennai 2022 – Sono sicuro che i nostri giocatori di scacchi si esibiranno con dignità e raggiungeranno alti obiettivi sportivi anche alla 46 esima Olimpiade mondiale degli scacchi, che si terrà nel 2026 in Uzbekistan”.

Proprio durante il torneo la Federazione internazionale aveva infatti scelto la candidatura di Tashkent. Gli scacchi torneranno “a casa”: Abdustattorov e compagni non si faranno trovare impreparati.

Giornalista

Francesco Lovati