Per il Professor Canfora, che il mondo sia multipolare è assodato. L'Unione europea è ormai sparita e l'Europa è tornata ad essere colonia degli Stati Uniti. Il destino della guerra, secondo il Professore, sarà molto condizionato dalle prossime elezioni americane.
Storico del mondo antico e fra i maggiori filologi italiani. E' professore emerito di filologia greca e latina presso l’Università di Bari, profondo conoscitore della cultura classica e autore di importanti studi sulla storia antica e su quella contemporanea.
Professore, l’Occidente è veramente il centro della storia e la sua culla?
La mia opinione è molto poco eurocentrica, perché noi siamo condizionati dai manuali di storia che abbiamo letto a scuola. Non sappiamo praticamente nulla della storia antica della Cina, dell’India, dell’Africa, dell’America Centrale e Meridionale. In realtà, neanche del mondo siberiano e giapponese. Quindi l’idea che la culla è qui e tutto parte di qui nasce dall’ignoranza. Aggiungiamo il fatto che un pregiudizio molto diffuso è che il mondo cosiddetto Occidentale sia anche politicamente democratico e a quel punto uniformarsi ai modelli politici nostri diventa una sorta di dettame universale.
In cosa Oriente e Occidente si separano?
Si separano a macchia di leopardo. Potrei dire intanto perché tanto Oriente sta dentro l’Occidente e viceversa. Se uno pensa ai quartieri turchi di Berlino, alla grande presenza nordafricana in Francia, alle metropoli o agli ispanici che stanno negli Stati Uniti. E’ a macchia di leopardo, quindi è un pregiudizio quello di dividere il mondo a fette. Dopodiché le culture stanno vicine, si influenzano a vicenda. Questo è normale. Per cui invocare due mondi contrapposti va bene come propaganda d’accordo, ma non certamente per la conoscenza storica.
Siamo in un mondo multipolare dunque.
Oggi il Presidente degli Stati Uniti non è d’accordo, ma noi non possiamo farci nulla. Che il mondo sia multipolare mi pare assodato. Se uno pensa in questo nostro presente alla ostilità aperta di grandi realtà come India, Cina, Turchia, Sudafrica, Brasile nei confronti della pretesa statunitense di dare ordini a tutto il mondo, si rende conto che tra le aspirazioni al dominio da parte degli Stati Uniti, specie quando governano i cosiddetti democratici, e la realtà effettuale del pianeta vi è una differenza gigantesca.
Che il mondo sia multipolare è assodato. Tra le aspirazioni al dominio statunitense e la realtà effettuale del pianeta vi è una differenza gigantesca
Secondo lei l’Occidente è stato per millenni il centro di un del nostro immaginario collettivo?
Non so se siano davvero millenni. Al tempo della dinastia Severiana, l’impero romano era governato da una grande famiglia del Nord Africa. Non è molto noto, ma se si va ad Algeri si trovano una serie di statue di Settimio Severo, per esempio. E quando il Gran Khan della Cina fu visitato da Marco Polo disse “Voi barbari ragionate così noi siamo un po’ più avanti” e potremmo continuare. Per secoli l’Impero bizantino era la più grande potenza euroasiatica, la più moderna, fornita di moneta d’oro e di cultura elevatissima, mentre in Occidente eravamo ridotti a livelli culturali molto modesti. Dell’Impero bizantino, è erede, certamente la Russia degli Zar, la terza Roma. Quindi dire che nel nostro immaginario c’era la centralità dell’Occidente generalmente non è vero. Certo, alcuni poco colti, ma molto potenti come governanti la pensano così, purtroppo saranno delusi dalla realtà. Probabilmente, ma speriamo di no, a spese nostre con qualche guerra supplementare.
Un ottima risposta per chi parla di una nuova egemonia orientale…
Negli anni Trenta c’era una pubblicistica, in Francia e in Italia, che definiva la Nord America Occidente estremo in antitesi all’Occidente vero che sarebbe l’Europa continentale. L‘Oriente non ha mai avuto in realtà spinte egemoniche, il grande Impero dei Parti aveva epicentro in Mesopotamia. Era un grosso problema per l’Impero romano, al quale inflisse una serie di sconfitte, ma non lo ha non ha mai invaso. Ha impedito che l’Impero romano aggredisse il proprio territorio. Lo stesso si potrebbe dire del mondo dell’Asia dalla Cina all’Indocina che era ben noto ai romani. C’era un grande geografo del tempo di Diocleziano, si chiamava Marciano di Eraclea di cui abbiamo l’opera in greco, che descrive la Cina e la penisola indocinese. La via della seta funzionava dal tempo di Augusto. Forse è utile raccontare queste cose a chi non le sa. Certo il concetto base è che l’Impero cinese non è mai stato spinto alla conquista territoriale in casa altrui. L’Occidente ha cercato di mettere piede dovunque, impiantando imperi coloniali, occupazioni, la guerra dell’oppio, la divisione dei quartieri di Pechino tra le varie potenze europee. Nei rapporti di forza un tempo l’Occidente era più forte. Ora forse non più.
Fra cento anni in termini di comunità e identità e cultura, cosa potremmo diventare?
Ma questo non lo so. Spero la fornitura continua di armi all’Ucraina non serva ad accelerare un conflitto nucleare a seguito del quale, come diceva Einstein, torneremo all’uso della fionda e all’età della pietra.
Vedo uno spiraglio di pace o per un cessate il fuoco in questo contesto?
Sarebbe prematuro dirlo. L’Europa è tornata ad essere colonia degli Stati Uniti, perciò bisogna aspettare le elezioni americane. Se cambia il Presidente, magari la pace può essere riportata all’ordine del giorno, come è successo durante la guerra di Corea. La nostra vita di colonizzati dipende dai capricci dell’elettorato del paese coloniale che ci domina.
Forse la pace può essere riportata all’ordine del giorno se cambia il Presidente Usa