Il giornalista e autore Luca Ciarrocca con il libro Terza Guerra Mondiale (Chiarelettere, 2022) racconta l'accordo segreto tra Usa e Italia per la custodia di circa 40 bombe nucleari americane sul suolo italiano.
Ha vissuto per molti anni a New York, dove è stato corrispondente per importanti testate. Ha scritto diversi libri di geopolitica e macroeconomia. Il suo ultimo libro è Terza Guerra Mondiale, edito da Chiarelettere.
Ciarrocca, partirei col chiederle cosa sia il trattato segreto bilaterale Italia Stati Uniti sulle basi militari Nato?
E’ uno dei punti chiave del libro, di cui quasi nessuno sa nulla, proprio perché è un trattato assolutamente segreto che risale dopo. Direi che la cosa più importante è mettere in rilievo che il Parlamento italiano non se ne è mai occupato e quindi questo accordo, che non è tra Nato e Italia, ma tra Stati Uniti Italia, rimane coperto dal top secret politico e militare. Quindi questo significa che tutti i governi italiani, dal dopoguerra ad oggi, hanno continuato a attuare quello che è un accordo bilaterale tra Washington e Roma. Governi di centrosinistra di centrodestra, governi gialloverdi, governi tecnici, nessuno ha mai messo in discussione questo tipo di trattato.
In che cosa consiste?
Nel concedere l’utilizzo agli americani, cioè agli Stati Uniti di due basi italiane del Nord Italia, che sono Ghedi, in provincia di Brescia e Aviano, vicino a Pordenone. Aviano è una base militare americana, quindi gestita sotto il comando e controllo della US Air Force, invece Ghedi è un aeroporto militare italiano. A Ghedi prima ce n’erano sessanta, adesso ci sarebbero, uso il condizionale perché appunto non c’è nessuna conferma da parte del governo, venti bombe atomiche americane e ad Aviano abbiamo altrettante sono bombe. Sono bombe a gravità.
L’accordo consiste nell’utilizzo da parte degli americani di due basi italiane del Nord Italia, che sono Ghedi e Aviano
Quando fu firmato il trattato?
Il trattato inizialmente fu firmato, definito proprio accordo di Washington, il 27 gennaio 1950. Poi in un momento successivo, due anni dopo, il 7 gennaio 1952, fu confermato l’accordo bilaterale sulla sicurezza reciproca, si chiama accordo di Roma.
E quando fu desecretato?
Solo una parte venne declasseficata da D’Alema al momento dell’incidente del Cermis, quando nel 3 febbraio 1998 un caccia Nato dell’Us Force decollò dalla base di Milano e per un errore a bassa quota tranciò le funi della funivia e morirono diverse persone. Quindi fu un episodio che creò molto scalpore. Il pilota americano fu assolto. Il presidente del Consiglio, Massimo D’Alema chiese che fossero resi noti alcuni dettagli su questo trattato che appunto governa l’utilizzo delle basi.
L’italia ha dei costi su queste atomiche presenti?
L’Italia ha costi specifici sul mantenimento delle basi. La ricerca è più dettagliata fa riferimento a cento milioni di euro di costi all’anno. E’ una stima fatta da Milex un centro studi guidato da Francesco Vignarca. Non c’è la voce di bilancio in cui si possa imputare il costo di mantenimento di queste basi. Quello che va messo in evidenza è che l’Italia è l’unico paese dell’Unione europea che ha due basi dedicate all’alloggiamento e la custodia di bombe americane. Basta pensare a quale tipo di scandalo si andrebbe incontro se ci fosse stata una situazione simile che riguardasse i paesi come la Russia o la Cina con bombe atomiche in paesi europei. Quindi è abbastanza clamoroso intanto il top secret, nel senso che nessuno ne parla, e poi il fatto appunto che le bombe in quanto tali, sono in pratica il 40% dell’arsenale nucleare americano in Europa. Ci sono altre basi europee che alloggiano bombe atomiche americane in Germania, in Belgio, in Olanda. L’Italia però è l’unico paese che ha due di queste basi.
Paghiamo cento milioni di euro l’anno per mantenere le basi
In Europa il totale delle testate nucleari americane qual è?
Il totale stimato è un numero di testate nucleari intorno a cento. Diversi anni fa erano circa duecento e in Italia ce ne erano un’ottantina.
Ci rende anche un obiettivo sensibile, visti i tempi…
Esatto. Questo è il significato. Il messaggio è che che ovviamente è difficile proporre in questo momento, dopo l’invasione dell’Ucraina uno sganciamento dalla Nato. Però invece si potrebbe pensare nel corso dei prossimi anni, se ci fosse la volontà politica, un’appartenenza all’alleanza militare occidentale, ma anche a una eliminazione delle testate nucleari americane dal territorio italiano. Sulla carta l’Italia è un possibile bersaglio tanto che siamo considerati un paese ostile sia per le armi all’Ucraina, sia per le bombe atomiche americane. Non c’è solo un rischio di rappresaglia, ma anche tutti i rischi connessi alla sicurezza per le popolazioni locali, relativi a possibili incidenti e attacchi terroristici.