La Malesia è una monarchia elettiva federale parlamentare. Geograficamente il Paese è situato nella parte meridionale del continente asiatico.
La Malesia ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito il 31 agosto del 1957.
La Malesia ha confini comuni con la Thailandia, l’Indonesia, e lo Stato del Brunei.
La superficie geografica della Malesia è di 329.847 chilometri quadrati.
La popolazione della è di oltre 33,9 milioni di persone.
Le condizioni economiche della Malesia sono in un buon equilibrio.
Le lingue ufficiali della Malesia sono: inglese, cinese, hindi.
La capitale della Malesia è Kuala Lumpur, è una delle città più importanti del Paese con circa due milioni di abitanti.
La Malesia costruirà una maxi centrale solare. Il Governo di Kuala Lumpur ha innalzato dal 40% al 70% per il 2050 la quota di energia “verde” sul totale della produzione energetica del Paese.
La Malesia ha presentato il progetto della più grande centrale elettrica ibrida-solare tra tutti i Paesi del sud-est asiatico. Il progetto fa parte dl un ampio programma che prevede anche un vasto uso di idrogeno per la generazione di energia elettrica. L’insieme di queste innovazioni dovrebbero permettere alla Malesia di aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fino al 70% del totale entro il 2050. Come ha dichiarato a Kuala Lumpur il ministro dell’Economia della Malesia, Rafizi Ramli, “la realizzazione del programma nazionale del titolo National Energy Transition Roadmap (Netr) rappresenta un ambizioso tentativo di potenziare notevolmente la produttività delle fonti di energia rinnovabile con l’utilizzo delle tecnologie più moderne possibili e nel pieno rispetto e tutela dell’ambiente naturale”.
La costruzione della maxi centrale sarà affidata al fondo sovrano del benessere nazionale della Malesia, Khazanah Nasional Bhd., il quale ha già rastrellato investimenti per una cifra totale di sei miliardi di ringgit malesiani, l’equivalente di 1,3 miliardi di dollari. Secondo il ministro Rafizi, la maxi centrale farà parte dei 10 progetti “verdi” del valore stimato in 25 miliardi di ringgit (5,5 miliardi di dollari) che costituiranno appunto il programma di transizione energetica della Malesia.
Oltre al fondo sovrano Khazanah, alla realizzazione del programma Netr parteciperanno alcune importanti società come Tenaga Nasional Bhd., Sime Darby Property, Malakoff Corp. e Petronas. Lo scorso maggio il Governo della Malesia ha fatto salire la previsione per la produzione di energia rinnovabile al 2050 dal 40% al 70% della produzione totale energetica del Paese. Per poter arrivare a questo traguardo ci vorrà un investimento di 637 miliardi di ringgit (140 miliardi di dollari). Secondo i dati del Governo di Kuala Lumpur, nel primo trimestre del 2023 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili si è attestata intorno al 25% della produzione energetica totale della Malesia.
La Malesia vuole diventare uno dei maggiori produttori ed esportatori di energia “pulita” di tutto il sud-est asiatico. Recentemente il Paese ha annullato il criticato divieto di esportazione di energia prodotta da fonti rinnovabili. Questa mossa ha aperto vaste prospettive di fronte alle aziende della Malesia che stanno aumentando velocemente la produzione di energia “verde” per soddisfare la crescente domanda interna e dei Paesi esteri.
Il 28 luglio l’agenzia d’informazione Bloomberg ha presentato alcuni punti chiave del programma di passaggio energetico della Malesia, che tra l’altro comprendono:
– Al Parlamento della Malesia sarà presentato un disegno di legge per regolamentare il consumo di energia degli utenti dai consumi elevati;
– La società Tenaga parteciperà alla costruzione di parchi solari in diversi stati della Malesia e inoltre sarà impiegata nella costruzione di alcune riserve idriche artificiali;
– La società Malakoff elaborerà una tecnologia che permetterà di bruciare la biomassa insieme al carbone presso la centrale elettrica di Tanjung Bin;
– Il gruppo Sime Darby Property installerà pannelli solari di una potenza di 4,5 megawatt presso 450 palazzi residenziali;
– Infine il gigante petrolifero Petronas progetterà una moderna raffineria per combustibili biologici che sarà costruita a Johor, lo stato più meridionale della Malesia occidentale.
Gli scambi economici e commerciali tra la Malesia e l’Italia
Negli ultimi anni il Governo di Kuala Lumpur, per limitare ulteriormente il peso dell’oil&gas sul PIL, ha deciso di trasformare la Malesia in hub commerciale non solo verso l’area ASEAN ma anche verso altri Paesi con cui ha siglato accordi bilaterali di libero scambio (Cina, India, Pakistan, Corea, Giappone, Australia e Nuova Zelanda). Ciò è stato possibile attraverso un programma di liberalizzazioni nei mercati dei servizi e dei capitali e l’offerta di incentivi e sgravi fiscali. Sul fronte industriale l’Esecutivo punta a promuovere investimenti che generino trasferimenti di tecnologia significativi, l’impiego di manodopera locale e la produzione di beni destinati all’esportazione.
Come ha scritto in un recente numero dell’Osservatorio economico il ministero italiano degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, “in tale contesto, l’Italia ha dato nuovo spessore alle relazioni con la Malesia che rappresenta uno dei più rilevanti attori dell’area ed offre una serie di vantaggi non facilmente riscontrabili nella regione”.
Il Paese viene percepito dall’imprenditoria italiana come “testa di ponte ideale per espandersi nel sud-est asiatico”, in virtù della strategica collocazione geografica, di un alto grado di apertura al commercio internazionale, di un buon sistema di infrastrutture in via di potenziamento, della presenza di un’industria manifatturiera avanzata e di aziende in grado di offrire servizi logistici integrati e flessibili, dell’ampia disponibilità di manodopera qualificata a basso costo e dei numerosi incentivi fiscali offerti (in particolare ad aziende operanti nel settore digitale).
Non vanno poi dimenticati altri importanti fattori quali l’abbondanza di risorse naturali, il notevole dinamismo del settore dei servizi, i costi relativamente bassi del mercato immobiliare, un alto livello di reddito pro-capite che garantisce consumi elevati, la diffusione delle lingue inglese, cinese e bahasa e un eccellente rapporto costo/qualità della vita. Tali vantaggi rendono la Malesia un Paese allettante per la produzione di beni tecnologicamente avanzati destinati ai mercati regionali e internazionali.
Nel periodo 2020-2022 le esportazioni italiane verso la Malesia sono sono state di 1,15 miliardi di euro (2020), di 1,12 miliardi (2021) per salire a 1,53 miliardi nel 2022. Nello stesso periodo l’Italia ha importato dalla Malesia prodotti e servizi per 1,15 miliardi (2020), per 1,59 miliardi (2021) e per 1,92 miliardi nel 2022. Mentre nel periodo indicato le esportazioni italiane sono rimaste sostanzialmente stabili l’export della Malesia verso l’Italia è cresciuto soprattutto grazie all’aumento delle vendite di prodotti di gomma, di olio di palma e di prodotti elettronici. Dal lato dell’export italiano verso la Malesia si rileva l’ottimo andamento dei prodotti di gioielleria, dei generi alimentari, dei prodotti di elettronica e dei prodotti chimici. Mentre come sempre la prima voce è stata costituita da macchinari industriali. Secondo il Governo italiano “resta questo il settore dove si ravvisano le maggiori opportunità per le imprese italiane”.
Secondo la Banca d’Italia per il 2021 (ultimo dato disponibile) l’Italia ha accumulato in Malesia investimenti diretti esteri (Ide) per una cifra totale di 2,3 miliardi di euro.