Un articolo di: Tommaso Baronio

Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, commenta la volontà, condivisa dalla maggioranza del governo, di non riconfermare il memorandum d'intesa tra Italia e Cina.

Sindaco di Asti

Maurizio Rasero

Maurizio Rasero è un politico afferente all'area del centrodestra, sindaco di Asti dal 26 giugno 2017 e presidente dell'omonima provincia dal 16 settembre 2022.

Tommaso Baronio

Sindaco, perché sarebbe un errore uscire dalla Via della Seta?

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Riduci
Maurizio Rasero

La Cina è un Paese che si è aperto al mondo e non vedo perché una parte di mondo debba dire: “No, tu no”. E’ un Paese con numeri impressionanti e ha un’età media bassa, con tanti giovani che hanno voglia di fare e di conoscere. Negli ultimi anni mentre il ceto produttivo europeo ha aumentato la sua capacità di spesa di 0,7 volte, in Cina è aumentato di 37 volte. Secondo me, hanno motivazioni importanti e voglia di fare cose, e che ci piaccia no attueranno i loro progetti. Uno spazio lasciato libero sarà inevitabilmente occupato da qualcun altro. 

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Riduci
Tommaso Baronio

La sua città, Asti, ha tratto vantaggio dal memorandum?

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Riduci
Maurizio Rasero

Non si tratta di guardare ai vantaggi. Quello che mi colpisce è che la prima cosa di cui si parla quando incontro amici cinesi è cultura storia e tradizioni, perché nel momento in cui ci conosciamo, l’amicizia si rafforza e si riuscirà a fare un percorso condiviso. Quando sono andato in visita a Chang’an con una delegazione di Asti abbiamo visitato un liceo artistico in cui si studia l’italiano per consentire ai popoli di essere più vicini. Molti sono gli amici cinesi che vengono nella nostra città, che alloggiano in alberghi, mangiano ai ristoranti, fanno shopping, imprenditori hanno acquistato le nostre aziende, altri decidono di sposarsi nella nostra città, quindi non riesco a vedere nulla di negativo di questo rapporto. 

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Riduci
Tommaso Baronio

Questo è in antitesi rispetto alla fazione con la quale si è candidato a diventare primo cittadino…

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Riduci
Maurizio Rasero

Certo, sono un civico, non ho tessera di partito, ma mi considero vicino all’area moderata del centrodestra. E’ anomalo che dichiari di leggere il pensiero di Xi Jinping per esempio. Questa vicinanza nasce da opportunità non sfruttate in precedenza in città, che ho sfruttato semplicemente perché da appassionato di storia amo la cultura orientale. La Cina è un Paese ricco di storia, basta pensare che sia il secondo Paese, dopo l’Italia, per siti Unesco. Una volta che uno si innamora della cultura e delle tradizioni, si innamora anche delle persone.

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Riduci
Tommaso Baronio

Rimangono però aspetti scandalizzanti per un Paese occidentale, come l’autoritarismo del governo di Xi Jinping. 

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Maurizio Rasero

Quello che posso dire, pur riconoscendomi nell’Occidente e nel suo stile di vita, è che la verità certe volte sta in mezzo. Per esempio, in un passaggio Xi dice “Non so se il sistema di governo del mio Paese è il migliore al mondo, so però che sta producendo effetti importanti per i cittadini e non mi sono mai preoccupato di andarlo a esportare in giro”. L’Occidente con la scusa della democrazia ha creato guerre e morti da tante altre parti. La democrazia la si può interpretare in tanti modi. Se oggi vado a votare non mi sento libero di scegliere i rappresentati. Un pensiero un po’ anomalo.

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Riduci
Tommaso Baronio

Quello della Via della Seta, però, è un progetto per esportare il proprio modus operandi nel mondo.

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Riduci
Maurizio Rasero

Sì, ma viviamo in un mondo in cui tutti i Paesi sono in competizione tra loro e cercano di spuntarla. In Italia abbiamo, per esempio, assistito a Lufthansa che ha comprato la compagnia di bandiera Ita. Quando i tedeschi comprano, i francesci bombardano e va tutto bene. Bisogna avere lo stesso metro per giudicare le cose.

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Riduci
Tommaso Baronio

Quali politiche avvierete in prospettiva di dialogo con l’Oriente ad Asti?

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Riduci
Maurizio Rasero

Quello che cerco di far intendere è che la nostra città è China-friendly. Ho la consapevolezza che la mia piccola Asti non è il posto che attrae maggiormente gli investimenti, ma qui siamo fra le grandi città industriali del nord, tra Milano, Torino e Genova, circondati da colline patrimonio mondiale dell’umanità. Può diventare la base operativa tranquilla per seguire investimenti in altre parti d’Italia. 

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Riduci
Giornalista

Tommaso Baronio