Per la prima volta dagli anni ‘80, gli Stati Uniti schiereranno in Europa i missili a lungio raggio d'azione, vietati dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), firmato dall’URSS e dagli USA nel 1987.
Le impressioni emerse dal tanto pubblicizzato vertice NATO, tenutosi a Washington e dedicato al 75° anniversario della formazione del blocco Nord Atlantico, sono state offuscate da eventi paralleli e più importanti, incentrati su questioni di sicurezza globale e soprattutto sul destino del leader di questo blocco militare: il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Per quanto riguarda la sicurezza, al vertice gli Stati Uniti e la Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sull’imminente dispiegamento in Germania nel 2026 di missili che avranno una portata molto maggiore di quelli già schierati in Europa. Stiamo parlando di missili multiuso SM-6 con un’autonomia di volo di 370 km; di missili da crociera Tomahawk con un raggio di volo compreso tra 1.250 e 2.500 km, in grado di trasportare testate convenzionali o nucleari, nonché di missili ipersonici, che sono ancora in fase di test.
Così, per la prima volta dagli anni ‘80, gli Stati Uniti schiereranno in Europa i missili vietati dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), firmato dall’URSS e dagli USA nel 1987. Nel 2018 Washington ha annunciato il ritiro dall’accordo. Tuttavia, Mosca ha proposto una moratoria sullo spiegamento di tali missili e si è detta pronta ad aderirvi unilateralmente fino a quando Washington non schiererà i suoi missili in Europa o in Asia. Ora, secondo la Casa Bianca, è proprio quello che accadrà tra un anno e mezzo. Mosca ha già risposto con una dichiarazione del viceministro degli Esteri russo Serghej Rjabkov. C’è stata anche una conversazione telefonica tra il ministro della Difesa della Federazione Russa Andrej Belousov e il suo omologo americano Lloyd Austin.
Le reazioni
In particolare, Rjabkov ha dichiarato: “La natura della nostra reazione sarà determinata in modo calmo e professionale. L’esercito ha già iniziato a lavorare su questo tema. Naturalmente analizzeremo quali sistemi specifici verranno discussi… Determineremo la risposta militare a questa nuova minaccia”. I dettagli della conversazione tra Belousov e Austin non vengono resi noti. Tuttavia, in una dichiarazione, il Ministero della Difesa russo ha riferito che “è stata discussa la prevenzione delle minacce alla sicurezza e della riduzione del rischio di una possibile escalation”.
“Penso che questo sia uno sviluppo negativo”, ha affermato Michael Maloof, ex analista senior delle politiche di sicurezza del Pentagono. “Prima di tutto, si tratta di un’escalation, e immagino che gli stessi europei si sentirebbero estremamente a disagio perché li renderebbe un bersaglio della ritorsione russa”. Ad esempio, l’avvicinamento dei sistemi missilistici ipersonici russi all’Europa potrebbe “neutralizzare le rampe di lancio” di qualsiasi sistema offensivo americano in caso di escalation.
Joe Biden in bilico più che mai prima
Per quanto riguarda la situazione con Biden, per i media e per tutti coloro che sono coinvolti o semplicemente seguono la corsa presidenziale negli Stati Uniti, ciò che è stato più importante non sono stati i testi dei discorsi dei partecipanti al vertice della NATO e nemmeno la sua risoluzione finale, ma quanti nuovi ridicoli errori e riserve che farà durante i suoi discorsi al vertice e nella successiva conferenza stampa. Sono stati ampiamente visti come cartina di tornasole per testare la salute mentale del presidente 81enne e la sua capacità di guidare il Paese nei prossimi quattro anni. Di conseguenza, il numero di scettici su questa capacità è aumentato in modo significativo, sia tra la leadership e i membri del Partito Democratico, sia tra i principali donatori e i media tradizionalmente favorevoli. Anche a Hollywood, da sempre considerata una roccaforte democratica, il celebre attore George Clooney, che recentemente ha organizzato una raccolta fondi per Biden, ha scritto un editoriale feroce definendo il presidente un “caro amico” ma esortandolo a “farsi da parte per il bene del Paese”.
Biden non era d’accordo e ha detto ai suoi sostenitori nel Michigan: “Non andrò da nessuna parte, corro e vincerò, e Donald Trump è un perdente”. Ma i sondaggi mostrano che la maggioranza degli americani vuole che si dimetta e ceda il posto al vicepresidente Kamala Harris o a un altro democratico, citando dubbi sulla sua età e sulle sue capacità.
Infine, qualche parola sul recente vertice della NATO. Molti esperti stranieri e militari, i principali media e social network hanno analizzato in dettaglio i discorsi dei relatori e la risoluzione finale del vertice. A mio parere, il caporedattore di Consortium News, Joe Lauria, ha riassunto l’evento in poche parole: “Vertice della NATO: follia collettiva”. Secondo Lauria e molti altri commentatori, la NATO ha provocato la guerra in Ucraina e non può permettersi di perderla. La menzogna costantemente ripetuta secondo cui, se Putin vince, si sposterà più a ovest, serve solo da cortina di fumo per l’abbandono dei colloqui di pace. Temono che le loro carriere politiche saranno rovinate se il trattato di pace terrà conto delle condizioni della Russia, invece di infliggerle una sconfitta strategica, come avevano promesso. Pertanto, l’Occidente collettivo continuerà a fornire all’Ucraina denaro e armi, e il suo presidente illegittimo Zelenskij, che ha trasformato l’intero Paese in un mercenario occidentale, continuerà a fornire carne da cannone ucraina.
In questa situazione, la Russia non ha altra scelta se non quella di ottenere la vittoria completa sul campo di battaglia, mentre le persone in America e nel mondo, coloro che sperano di evitare l’Armageddon, cercheranno cambiamenti alla Casa Bianca dopo le elezioni presidenziali, a cui ormai mancano meno di quattro mesi.
Può sembrare strano, ma l’attentato d Trump ha aumentato notevolmente la possibilità che il corso venga cambiato davvero.