Pasqua Vigneti e Cantine è una storica impresa vinicola veronese, di proprietà della famiglia Pasqua, fondata nel 1925 e riconosciuta nel mondo come produttrice e ambasciatrice di prestigiosi vini veneti. Ambizione dell’azienda è portare nel futuro, con codici stilistici rinnovati, tutta l’esperienza vitivinicola consolidata in quasi 100 anni di storia. Ciò è possibile combinando l’esperienza centenaria e la piena comprensione del potenziale del terroir della Valpolicella con l’innovazione nello stile di vinificazione. Oggi l’azienda non è solo una realtà consolidata del nostro panorama vitivinicolo, ma anche dello scenario internazionale, con una presenza capillare in 72 mercati nel mondo.
Riccardo Pasqua, 44 anni, è Amministratore Delegato della nota azienda vinicola. Nel 2022 Pasqua Vigneti e Cantine è tra le più importanti cantine italiane per export (superiore al 90%) e per fatturato, oltre 65 milioni di euro.
Riccardo Pasqua, la vostra azienda ha appena ricevuto dalla prestigiosa rivista internazionale Wine Enthusiast il premio “Innovator of the Year”, prima azienda vinicola italiana a conquistare questo riconoscimento. Cosa significa per voi questo successo?
Rappresenta una pietra miliare nella storia quasi centenaria della nostra azienda e testimonia la nostra volontà di contribuire a plasmare il futuro del settore, attraverso un’attitudine visionaria che non teme di sfidare mai lo status quo.
Dove nasce “Innovazione” per Pasqua Vini?
La strategia della nostra azienda si fonda su tre pilastri fondamentali: ricerca dell’eccellenza nella comprensione e interpretazione del terroir, adozione di stili di vinificazione pionieristici e utilizzo di pratiche di cantina sostenibili e innovative. Nel 2018 abbiamo avviato un progetto pilota di “vigneto naturale” forte della convinzione che l’innovazione inizi nel vigneto. Questo appezzamento di 1,2 ettari in Valpantena, a San Roccolo di Montorio, ha permesso di sperimentare e implementare tecniche poi applicate anche in altri vigneti. Con progetti come Mai Dire Mai, interpretazione davvero fuori dagli schemi dell’Amarone (più verticale e austera), o come il multivintage Hey French You Could Have Made This Bud You Didn’t , abbiamo cambiato le regole del gioco nel winemaking italiano. Nel 2022 l’azienda ha ottenuto anche la certificazione con lo Standard SOPD “Sustainable Organization Module – OS” di Equalitas, sottolineando il proprio impegno verso la responsabilità ambientale e la sostenibilità.
L’innovazione per voi esiste solo dentro al vigneto? O si esprime anche in altre forme?
Fuori dal vigneto, l’attitudine all’innovazione della cantina si manifesta nella curiosità nei confronti di mondi e linguaggi vicini a quello del vino, inclusivi e universali, promuovendo attivamente la creatività da più angolazioni, con l’obiettivo di raggiungere le nuove generazioni. Negli ultimi anni Pasqua Vini ha collaborato e sostenuto artisti e creator di tutto il mondo nell’ambito dell’arte digitale e contemporanea: in particolare, in occasione degli ultimi tre anni di Vinitaly, ha commissionato speciali installazioni immersive, da Falling Dreams ad AMYGDALA .n, a Luna Somnium e Superfluo.
Pasqua Vini porta avanti da tempo il concetto di House of the Unconventional. Cosa volete comunicare attraverso questo manifesto?
Il claim “House of the Uncoventional” è per noi una dichiarazione d’intenti che definisce la visione dell’azienda, improntata allo spirito audace, al desiderio di inclusività e alla curiosità verso il mondo. Un approccio che si riverbera non solo nel lavoro in cantina, ma anche nella comunicazione, nel marketing, nel dialogo con mondi come l’arte, guardando e cercando di trovare risposte nuove alle complessità della realtà quotidiana.
Quanto può ancora innovare il mondo del vino oggi?
I margini di sviluppo e crescita del mondo del vino, per noi, ci sono sempre. L’innovazione deve partire sempre dal vigneto per arrivare sul mercato, con il linguaggio giusto per attrarre le nuove generazioni di consumatori.
Il presidio dei mercati all’estero è una parte rilevante della vostra strategia di sviluppo. Se dovesse scegliere una best practice tra le vostre partnership all’estero quale indicherebbe?
Crediamo che le partnership dentro e fuori la industry nei nostri mercati strategici siano importanti per la crescita del brand e per lo sviluppo commerciale. Abbiamo attivato collaborazioni con le ambasciate italiane all’estero, con grandi player culturali, con altri brand italiani come Cipriani, Rizzoli o Calzedonia, in modo, come dicevo, trasversale ai settori ma coerenti col nostro posizionamento. Il Regno Unito è uno dei mercati strategici per la nostra azienda. Una best practice è senz’altro la partnership con una delle insegne più cool della capitale inglese, Harrods, dove i visitatori locali e internazionali possono scoprire alcune delle nostre etichette Premium nello spazio Pizzeria & Pasqua e nell’enoteca dello store. Essere presenti nel luxury retail di Londra, terza città più visitata al mondo, ci permette infatti di raggiungere un target importante in una vetrina internazionale di riferimento per il mondo del vino, oltre ad amplificare il nostro messaggio di eccellenza, dalla nostra continua ricerca di stili di vinificazione innovativi alla proposta di etichette originali e fuori dagli schemi. Un progetto valoriale molto posizionante.