Un’opera da record che andrà a raddoppiare lo spazio di manovra per le navi in ingresso e uscita dal porto del capoluogo ligure
Sono iniziati lo scorso maggio i lavori per la realizzazione della nuova diga foranea del porto di Genova. Un’opera da record che andrà a raddoppiare lo spazio di manovra per le navi in ingresso e uscita dal porto del capoluogo ligure e offrirà nuove possibilità al traffico delle merci tra oriente e occidente e tra il sud e il nord del Mediterraneo. Insieme al Terzo Valico dei Giovi questa maxi opera permetterà di rafforzare il corridoio Reno-Alpi della Rete TEN-T.
I lavori sono affidati al consorzio Pergenova Breakwater che vede Webuild come capofila; si prevede un investimento di circa 1 miliardo di euro, in parte finanziati dal Pnrr. L’impatto economico sulla città sarà immediato visto che nella realizzazione sono coinvolte 70 società e 1000 persone mentre nel medio – lungo periodo Genova si candida a diventare un grande hub logistico per il commercio in Europa.
Con la nuova diga potranno attraccare a Genova le moderne navi portacontainer lunghe fino a 400 metri
Una diga foranea non è altro che uno sbarramento artificiale funzionale a proteggere un porto dal moto ondoso. Quella esistente è però troppo vicina alla costa per l’accesso delle navi container più grandi. La nuova barriera sarà spostata di circa 400 metri più al largo aumentando lo spazio di manovra per le navi portandolo da 500 a 800 metri permettendo così l’arrivo e l’attracco delle più grandi porta container attuali, che arrivano fino a una lunghezza di 400 metri e a una larghezza 60 metri, e delle navi da crociera “World Class”.
Inaugurata la nuova diga le navi provenienti dai porti del Mediterraneo orientale o dal Canale di Suez che oggi circumnavigano l’Europa e arrivano fino a Rotterdam, il più importante porto continentale, potranno risparmiare tempo fermandosi a Genova.
I lavori sono programmati in due fasi, la prima sarà conclusa nel 2026, la seconda nel 2030
Come si costruisce una diga di 6 km su un fondale profondo 50 metri? Per prima cosa vanno consolidati i fondali sabbiosi e argillosi che avviene attraverso la realizzazione di colonne di ghiaia. Questi lavori sono già iniziati e solo nel primo mese 100.000 tonnellate di ghiaia sono state posate sul fondale marino.
Quindi 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso saranno disposte per formare la base della diga. Sopra di essa saranno posti dei cassoni cavi prefabbricati che saranno fatti affondare e poi riempiti ancora con materiale roccioso, in gran parte preso dalla demolizione della vecchia diga e andranno a formare una barriera lunga 6 km e alta più di 60 metri che poggeranno su fondali profondi oltre 50 metri (un record) e che avrà il compito di smorzare il moto ondoso permettendo una tranquilla operatività del porto.
I lavori sono programmati in due fasi. La prima sarà conclusa entro il 2026 e vedrà la realizzazione del nuovo ingresso da levante, largo oltre 300 metri a cui si aggiungerà lo spazio di manovra per le navi. Per il completamento della seconda fase, che prevede l’ampliamento fino a 400 metri del canale di Sampierdarena bisognerà invece aspettare fino al 2030.
I materiali provenienti dalla vecchia diga saranno utilizzati nella costruzione della nuova
Fondamentale per l’aggiudicazioni dei lavori è stata la valutazione di impatto ambientale. Prima di tutto si è pensato al riciclo dei materiali che compongono l’attuale diga e che saranno riutilizzati per realizzare il nuovo sbarramento. In questo modo, oltre a un minor impatto ambientali in fase di costruzione, saranno notevolmente ridotte le operazioni di trasporto e smaltimento dei materiali diminuendo così drasticamente il consumo di carburante e le emissioni di Co2.
Numerosi sono poi gli accorgimenti che saranno presi durante la fase di cantiere per permettere da una parte la piena funzionalità del porto e dall’altra la minimizzazione dell’impatto sull’ecosistema marino in particolare durante la critica fase di cantiere.