Un articolo di: Tommaso Baronio

Le fila dei candidati alla Casa Bianca cominciano a infoltirsi. Tra i Democratici emerge la figura di Robert F. Kennedy Jr., snobbato dalla stampa mainstream, ma unico promotore di una pace globale e nel conflitto in Ucraina

Il 5 novembre 2024 gli americani andranno a votare per decidere chi li guiderà per i prossimi quattro anni. I motori sono già caldi e i nomi dei candidati iniziano a infoltirsi. Nelle fila dei Repubblicani sono già in 12 pronti a correre per la Casa Bianca: Donald J. Trump, Nikki Haley, Vivek Ramaswamy, Asa Hutchinson, Larry Elder, Tim Scott, Ron DeSantis, Mike Pence, Chris Christie, Doug Burgum, Francis Suarez e Will Hurd. Nomi noti e non, ma il risultato dei sondaggi delle primarie premia chi già ci aspettavamo. Trump si posiziona al 51,8% dei consensi, seguito dal Governatore della Florida DeSantis al 23,5%, mentre l’ex amico dell’ex Presidente Trump, Mike Pence, si posiziona solo al terzo posto con un 6,7%. La strada è ancora lunga e potrebbe riservarci tante sorprese. 

Così come anche le primarie dei Democratici. Il partito, a differenza dei rivali Repubblicani, vede solamente tre nomi in lizza alla Presidenza: l’attuale Presidente Joe Biden, Marianne Williamson e Robert F. Kennedy Jr.

Le statistiche sono la parte di Biden, che registra un consenso del 64%, seguito da Kennedy Jr. al 17% e la Williamson al 10%. 

Peculiare notare come la campagna di Kennedy Jr. sia seguita dai principali quotidiani statunitensi. In particolare, il New York Times, si appella a Biden come attuale Presidente, alla Williamson come autrice e a Kennedy Jr. non come scrittore e avvocato qual è, ma come attivista antivaccinanista. Per carità, il più autorevole giornale al mondo non dice falsità. Robert F. Kennedy Jr. è conosciuto a livello internazionale per il suo scetticismo contro i vaccini, che lo ha portato anche a combattere una crociata che lo ha portato a collegare i vaccini infantili all’autismo. Ciò che però sorprende è come l’articolo di presentazione del candidato si concentri unicamente sulle sue crociate antiscientifiche e non sulle sue proposte di governo.

Sebbene infatti sia descritto come un complottista irrazionale dalla totalità della stampa internazionale, bisogna prendere atto che sia l’unico in campo dem a inserire nelle sue priorità la pace in Ucraina, criticando le mosse Usa dal 2014 al giorno d’oggi. 

L’Americasi legge sul suo sito per la campagna elettoralespende in armamenti quanto le altre nove nazioni messe insieme, eppure il Paese è diventato più debole, non più forte, negli ultimi 30 anni. Anche se la sua tecnologia militare ha regnato sovrana, l’America si è svuotata dall’interno. Non possiamo essere una nazione forte o sicura quando le nostre infrastrutture, l’industria, la società e l’economia sono malandate. Una delle principali priorità di un’amministrazione Kennedy sarà quella di rendere l’America di nuovo forte.[…] È ora di porre fine al progetto imperiale e di occuparsi di tutto ciò che è stato trascurato: le città fatiscenti, le ferrovie antiquate, i sistemi idrici in crisi, le infrastrutture in decadenza, l’economia in crisi. La spesa annuale per la difesa sfiora i mille miliardi di dollari. […] Come Presidente, Robert F. Kennedy Jr. inizierà il processo di disfacimento dell’impero. Riporteremo a casa le truppe. Smetteremo di accumulare debiti impagabili per combattere una guerra dopo l’altra. L’esercito tornerà a svolgere il suo ruolo di difesa del Paese. Metteremo fine alle guerre per procura, alle campagne di bombardamento, alle operazioni segrete, ai colpi di stato, ai paramilitari e a tutto il resto che è diventato così normale che la maggior parte delle persone non sa che sta accadendo. Ma sta accadendo, un’emorragia costante delle nostre forze. È ora di tornare a casa e ripristinare questo Paese”.

Parole che mai avremmo pensato di leggere dalla penna di un candidato alla Casa Bianca. 

E ancora sulla guerra in Ucraina scrive: “In Ucraina, la priorità più importante è porre fine alle sofferenze del popolo ucraino, vittima di una brutale invasione russa, ma anche di macchinazioni geopolitiche americane che risalgono almeno al 2014. Dobbiamo innanzitutto fare chiarezza: la nostra missione è aiutare i coraggiosi ucraini a difendere la loro sovranità? O è quella di usare l’Ucraina come pedina per indebolire la Russia? Robert F. Kennedy sceglierà la prima. Troverà una soluzione diplomatica che porti la pace in Ucraina e riporti le nostre risorse al loro posto. Ci offriremo di ritirare le nostre truppe e i nostri missili a capacità nucleare dai confini della Russia. La Russia ritirerà le sue truppe dall’Ucraina e ne garantirà la libertà e l’indipendenza. Le forze di pace delle Nazioni Unite garantiranno la pace nelle regioni orientali russofone. Metteremo fine a questa guerra. Metteremo fine alle sofferenze del popolo ucraino. Questo sarà l’inizio di un programma più ampio di smilitarizzazione di tutti i Paesi”.

Un mea culpa importante, che sconvolgerebbe gli equilibri geopolitici mondiali. 

Lo svantaggio percentuale di Robert F. Kennedy Jr. pare quanto mai incolmabile e la possibilità che sia veramente lui il candidato scelto dai democratici rimane un’ipotesi remota. 

Sicuramente Kennedy Jr. ha sostenuto battaglie, in certi casi, antiscientifiche, quello che però è necessario denotare, per onestà intellettuale, è come sia il più lucido, nonché unico, promotore di una reale pace nel cuore dell’Europa, accorgendosi nitidamente dei peccati delle amministrazioni precedenti in fatto di guerre e armamenti.

Giornalista

Tommaso Baronio