Un articolo di: Edward Lozansky

Si avvicina la sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel corso della quale gli Stati Uniti annunceranno che destino aspetta il mondo nei prossimi anni...

"Brutta copia", Zelensky e Biden

Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri britannico David Lammy hanno lasciato intendere, durante il loro recente viaggio congiunto a Kiev, che gli Stati Uniti avrebbero revocato le restrizioni sull’uso da parte dell’Ucraina di missili a lungo raggio per colpire in profondità la Russia. Tuttavia, quando entrambi i diplomatici hanno aggiunto che la decisione finale spettava ai loro capi, nessuno ha dubitato che la decisione fosse già stata presa e che restasse solo da chiarire l’elenco specifico degli obiettivi russi.

Siamo alla vigilia dell’atto finale di questa tragicommedia, atteso nella prossima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nell’ultima settimana di settembre 2024. E’ allora che la strana e brutta coppia di presidenti “imperfetti” e “ormai scaduti” di Stati Uniti e Ucraina annuncerà al mondo il proprio destino.

Da una parte ci sarà Joe Biden, che, secondo l’ex capo della CIA e segretario alla Difesa di diverse amministrazioni repubblicane e democratiche, Robert Gates, una volta disse: “Nella sua carriera politica, ha sbagliato su quasi tutte le questioni principali”. Dopo di lui ci sarà Vladimir Zelenskij, il cui mandato presidenziale è scaduto nel maggio dello scorso anno. L’ex comico è stato portato alla presidenza dall’oligarca corrotto Igor’ Kolomojskij, che il Dipartimento di Stato americano aveva precedentemente accusato di usare “influenza politica e potere per guadagno personale” e sanzionato nel marzo 2021 per presunto coinvolgimento in “pratiche corrotte che hanno minato la supremazia della legge e la fede dell’opinione pubblica ucraina nelle istituzioni democratiche e nei processi sociali”.

I fatti parlano chiaro: gli USA e l’Occidente hanno sistematicamente respinto tutte le iniziative di pace, proposte dal Cremlino

Ora diamo un’occhiata a cosa ha fatto questa brutta coppia per portare l’umanità sull’orlo del baratro, a cominciare da quello che il figlio del presidente Biden, Hunter, una volta chiamava “grande ragazzo” (big guy).

Dalla fine della Guerra Fredda, ogni presidente degli Stati Uniti, a partire da Bill Clinton, ha contribuito in un modo o nell’altro a chiudere la breve finestra storica di opportunità per l’integrazione della Russia nell’Occidente. Naturalmente, molti pragmatici o idealisti nel governo americano, nel Congresso, nei media e negli ambienti pubblici si sono opposti a questa politica di “chiusura della Russia” e hanno cercato di promuovere questa integrazione. Sfortunatamente, hanno perso contro forze più potenti, spesso chiamate “Stato Profondo”, che, per ragioni politiche, economiche o ideologiche, hanno preferito avere la Russia come nemico piuttosto che come amico.

Nessuno, però, ha causato tanti danni agli Stati Uniti e al mondo quanto Joe Biden durante i suoi otto anni alla Casa Bianca, prima come vicepresidente e poi come presidente (2020-2024) con l’attuazione del suo cosiddetto “progetto ucraino”. Non si tratta solo di circa 200 miliardi prelevati dalle tasche dei contribuenti americani, e non solo del fatto che con l’aiuto di suo figlio Hunter ha guadagnato milioni all’estero per la sua famiglia, ma anche di provocare una guerra in Ucraina e di agire per impedirne la fine anticipata, che potrebbe portarci all’Armageddon nucleare.

Ecco tre date chiave da ricordare (c’erano altre date importanti, ma credo che queste tre siano cruciali): febbraio 2014, Biden ha coordinato un colpo di Stato di cambio di regime in Ucraina per sostituire un’amministrazione a status neutrale con una filo-NATO; dicembre 2021, Biden ha respinto la richiesta della Russia di colloqui sulla stabilità strategica basati sullo status neutrale dell’Ucraina che potevano prevenire la guerra nel febbraio 2022; aprile 2022, Biden, con l’aiuto dell’allora primo ministro britannico Boris Johnson, ha fatto deragliare i colloqui di pace di Istanbul che si sono svolti nelle settimane successive all’inizio della guerra, da febbraio ad aprile 2022, e da allora ha impedito che tali colloqui riprendessero.

In realtà, la guerra tra Russia e Occidente è già in corso

Al secondo partecipante, Zelenskij, va dato ciò che gli è dovuto: il suo spettacolo comico un tempo popolare ma provinciale “Quartiere 95”, pagato dal già citato criminale Kolomojskij, è entrato sulla scena mondiale, il cui pubblico sono diventati i politici del “Chi è chi in Occidente”.

Per aver raggiunto una popolarità così enorme, ha pagato con centinaia di migliaia di vite di ucraini, milioni di feriti e rifugiati, la distruzione delle infrastrutture del Paese, la rovina della sua economia e la vendita della restante ricchezza ucraina agli squali del fondo di investimento Black Rock.

E ora vuole ripetere ciò che ha fatto all’Ucraina nel resto del mondo, trascinando gli Stati Uniti e la NATO in uno scontro militare diretto con la Russia nucleare, sostanzialmente plagiando la trama del classico racconto di Barry Levinson “La coda scodinzola col cane” (Wag the dog).

In realtà, la guerra tra Russia e Occidente è già in corso, poiché è l’Occidente che addestra le truppe ucraine, fornisce loro armi, consiglieri, intelligence e mercenari, ma non ancora le proprie truppe regolari. Sembra che a nessuno importi dei mercenari assassinati, e l’Ucraina, per bocca di John White, “è solo un sostituto conveniente e intriso di sangue – la zampa di un gatto la cui virilità è stata e rimane sacrificata sull’altare dell’egemonia occidentale, guidata dagli Stati Uniti”.

Il contesto oscuro aggiunto a questa storia non è solo ciò che questa brutta coppia e lo “Stato Profondo” stanno facendo per spingerci sull’orlo del baratro, ma anche il fatto che l’obbediente gregge di pecore chiamato leadership dell’Occidente collettivo li applaude e li segue.

Cosa è successo alla loro dignità, tradizioni, cultura e a tutti i valori occidentali che un tempo ammiravamo?

Non appena tutte le restrizioni sull’uso dei missili a lungo raggio saranno eliminate, non sarà più possibile alcuna trattativa

Molti negli Stati Uniti e in Europa sono ben consapevoli di ciò che sta accadendo e, come John White, non hanno paura di dire quello che pensano. Tuttavia, le loro voci non sono state ascoltate a causa della censura senza precedenti da parte dei media occidentali. Di conseguenza, la minaccia di una guerra nucleare non è il principale tema di preoccupazione per l’elettorato, anche negli Stati Uniti, dove le elezioni presidenziali si terranno molto, molto presto.

Siamo stati fortunati che Mosca abbia finora mostrato pazienza strategica, ma vogliamo continuare a ficcare la forchetta negli occhi dell’orso per verificare quando finirà la sua pazienza, o cercare di trovare una via d’uscita?

Una via d’uscita esiste e, secondo Putin, la Russia è pronta a negoziare con l’Ucraina sulla base degli accordi di Istanbul sopra menzionati. Ha sottolineato che Mosca non ha mai rifiutato una soluzione diplomatica alla crisi, ma senza “richieste effimere”.

Non possiamo dire esattamente cosa significhi, ma non sarebbe interessante capire se accettare di avviare il processo di negoziazione o seguire la “brutta coppia” ovunque ci porti?

E’ ovvio che non appena ci riusciranno e tutte le restrizioni sull’uso dei missili a lungo raggio saranno eliminate, non sarà più possibile alcuna trattativa.

Presidente e fondatore dell'Università americana a Mosca "American University"

Edward Lozansky