Un articolo di: Redazione

A novembre 2023 l’antica città di Samarcanda ospiterà la Sedicesima edizione del Forum economico eurasiatico di Verona

L’Uzbekistan finalmente potrà accedere direttamente al porto iraniano di Chabahar, sul Mar Arabico. È uno dei risultati più importanti della recente visita del presidente dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyeev, a Teheran. L’Uzbekistan e l’Iran hanno deciso di portare l’interscambio commerciale bilaterale dagli attuali 435 milioni di dollari a tre miliardi di dollari l’anno.

L’Uzbekistan, è uno Stato della storia millenaria nel cuore geografico dell’Asia Centrale, 449.000 chilometri quadrati di monti, steppe e deserti, sui quali abitano poco più di 36 milioni di persone. Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica nel 1991, Uzbekistan, una delle 15 repubbliche “sorelle” dell’ex Urss ottenne l’indipendenza. Dopo un periodo di transizione e una serie di importanti cambiamenti nella struttura economica del Paese, dominata ai tempi sovietici dalla coltivazione di cotone, l’Uzbekistan sta diventando uno dei punti di attrazione per molti Paesi della grande Eurasia: dalla Russia, alla Cina, alla Turchia e all’Iran, che ha annunciato la linea verso il consolidamento del partenariato strategico con il Governo di Tashkent. Allo stesso tempo il supremo leader spirituale dell’Iran, Ayatollah Said Ali Khamenei, ha indicato l’esistenza degli avversari non meglio specificati che oppongono resistenza all’avvicinamento tra l’Iran e l’Uzbekistan.
Le dichiarazioni di Khamenei sono state fatte nel corso della recente visita del presidente uzbeko, Shavkat Mirziyeev, a Teheran. Quella di Mirziyeev è stata la prima visita ufficiale del presidente uzbeko in Iran degli ultimi 20 anni. I vertici dei due Paesi hanno definito il viaggio “storico”, che influenzerà non soltanto le relazioni bilaterali uzbeko-iraniane, ma che avrà molta importanza per il futuro dell’Asia Centrale e nel contesto più ampio della grande Eurasia.
Al centro dei colloqui del presidente uzbeko a Teheran si è trovata la cooperazione con l’Iran nel settore dei trasporti e delle comunicazioni. Per la prima volta nella sua storia l’Uzbekistan potrà accedere direttamente al Mar Arabico e come conseguenza alle rotte oceaniche globali. Questo annuncio molto importante per lo sviluppo economico dell’Uzbekistan è stato fatto personalmente dall’Ayatollah Hamenei: “Iran aprirà all’Uzbekistan l’accesso diretto al porto di Chabahar sil Mar Arabico per aiutare il commercio estero uzbeko a raggiungere molti importanti mercati del mondo”.
Per l’Uzbekistan che non ha alcuno sbarco diretto e che non può utilizzare le vie marittime globali, è difficile sopravvalutare il significato della decisione dei vertici iraniani. Il porto di Chabahar, situato a nord del Golfo di Oman e a sud delle provincie del Sistan e del Baluchistan, è considerato uno dei porti più importanti dell’Iran meridionale. L’utilizzo del porto di Chabahar darà una spinta allo sviluppo del commercio con l’estero dell’Uzbekistan grazie alla connessione con acque internazionali. Il porto di Chabahar, vicino ai territori dell’Afghanistan e del Pakistan, è collegato alla rete ferroviaria nazionale iraniana. Serve come unico porto oceanico dell’Iran e farà parte del Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud che prevede la costruzione di una super ferrovia intercontinentale tra la Russia e l’Iran.
Oltre alla Russia che tradizionalmente mantiene le relazioni di buon vicinato con le repubbliche ex sovietiche dell’Asia Centrale, anche la Cina è diventata particolarmente attiva nell’Uzbekistan, nel Kazakhstan, nel Tajikistan, nel Kirghizistan e nel Turkmenistan. Lo scorso maggio il presidente cinese, Xi Jinping, ha annunciato al summit Cina-Asia Centrale a Xi’an lo sviluppo a 360 gradi della cooperazione strategica con i cinque Paesi centroasiatici.
L’Uzbekistan è membro a pieno titolo dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e riesce a sfruttare molto bene la propria posizione strategica. A margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo il 16 giugno scorso il presidente del colosso energetico russo Gazprom, Aleksej Miller, e il ministro dell’Energia dell’Uzbekistan, Dzhurabek Mirzamakhmudov, hanno firmato l’accordo in base al quale nel periodo 2023-2025 la Russia venderà all’Uzbekistan 2,8 miliardi di metri cubi di gas naturale. Le forniture partiranno il 1° di ottobre del 2023 a un ritmo di nove milioni di metri cubi di gas al giorno. Attualmente l’Uzbekistan esporta molto gas proprio verso la Cina, mentre il contratto con Gazprom permetterà al Governo di Tashkent di soddisfare la crescente domanda interna di idrocarburi.
In questo contesto Teheran ritiene importante la realizzazione in Uzbekistan di molti progetti congiunti in diversi settori, in primo luogo nella tecnologia e nella scienza. Per gli osservatori internazionali “ciò minaccia di causare un conflitto di interessi tra Teheran e Ankara, che ormai da molto tempo interagisce strettamente con i Paesi dell’Asia centrale e di certo non vorrebbe trovare in questo campo un nuovo e quanto serio concorrente”. Negli ultimi anni la Turchia è diventata il terzo partner economico e commerciale dell’Uzbekistan, dopo la Russia e la Cina.
Ma c’è poco da fare: il business iraniano, soprattutto nell’ultimo anno, è diventato molto attivo nelle repubbliche dell’Asia centrale. Questo fatto è diventato molto evidente dopo la visita del presidente iraniano, Ebrahim Raisi, a Samarcanda lo scorso settembre, dove ha partecipato al vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Oltre ai colloqui con il presidente uzbeko, Shavkat Mirziyeev, Raisi e ha incontrato i leader di altri Paesi della regione.
Ricordiamo, che a novembre 2023 l’antica città di Samarcanda ospiterà la Sedicesima edizione del Forum economico eurasiatico di Verona._ tradizionalmente organizzato in Italia e in tutto il mondo (nel 2022 la capitale partner del Forum è stata la città di Baku, in Azerbaijan) dall’Associazione “Conoscere Eurasia”.
Nei 32 anni passati dopo lo sfacelo dell’Urss, sia la struttura dell’economia nazionale uzbeka, che quella del commercio con l’estero del Paese sono cambiate notevolmente. Oltre alla coltivazione e all’export del cotone – questa coltura agricola ha dominato la produzione uzbeka ai tempi dell’Urss – l’Uzbekistan attualmente si trova all’ottavo posto tra i maggiori produttori del gas, con le riserve provate di metano pari a 3.400 miliardi di metri cubi. Per le riserve auree l’Uzbekistan si trova al 4° posto nel mondo e attualmente riesce a estrarre in media circa 100 tonnellate di oro all’anno. Sono molto importanti le riserve dell’uranio (40 siti produttivi presso i 27 giacimenti strategici). L’Uzbekistan non dispone di un’industria nucleare di arricchimento, perciò il 100% dell’uranio prodotto viene esportato in molti altri Paesi del mondo.
Durante i negoziati in Iran, i presidenti Mirzyieev e Raisi hanno analizzato la realizzazione degli accordi raggiunti in precedenza e inoltre hanno discusso diverse questioni internazionali, tra cui le prospettive della normalizzazione della situazione in Afghanistan. È stato sottolineato il fatto secondo cui l’Uzbekistan e l’Iran condividono gli stessi approcci al problema afghano.
Sul piano del commercio bilaterale, Mirziyeev e Raisi hanno incaricato i reciproci esecutivi ad aumentare l’interscambio commerciale che dovrà salire dagli attuali 435 milioni di dollari, fino a quota tre miliardi di dollari l’anno. L’Iran, che da 40 anni vive e si sviluppa sotto il regime di rigide sanzioni internazionali, è stato in grado di diventare nonostante tutto una delle maggiori economie del Medio Oriente e può condividere le proprie esperienze e le tecnologie con i Paesi vicini. Non per caso da più di un anno le relazioni tra l’Iran e la Russia stanno vivendo il boom vero e proprio.

 

Giornalisti e Redattori di Pluralia

Redazione