I risultati della visita a Mosca del cardinale, Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sono sotto la lente d’ingrandimento dei media russi. Per gli analisti, gli incontri di Zuppi, rappresentante per la pace di Papa Francesco, rientrano in un sofisticato e quanto complesso tessuto della “diplomazia personale” del Pontefice, che però “può non corrispondere con la linea del Vaticano”.
La recente visita a Mosca del cardinale Matteo Zuppi, accolto nella capitale russa come rappresentante speciale di Papa Francesco, ha impressionato molto l’opinione pubblica russa e internazionale. Era stato previsto un colloquio off record con il presidente, Vladimir Putin, e il porporato all’ultimo momento ha addirittura rinviato di un giorno il proprio rientro in Vaticano. Ma il leader del Cremlino, per motivi non meglio precisati, ha affidato il compito di “tirare le somme del gradito viaggio a Mosca del cardinale”, al proprio consigliere per gli affari internazionali, Jurij Ushakov, che ha incontrato Zuppi per la seconda volta, venerdì 30 giugno.
“Oggi ci siamo messi d’accordo che il cardinale Zuppi riferirà personalmente a Papa Francesco le sue impressioni riguardo ai colloqui a Mosca, e se dal Pontefice dovessero arrivare ulteriori suggerimenti, saremmo pronti in qualsiasi momento a discuterne. Inoltre abbiamo deciso di rimanere in contatto e il cardinale ha detto chiaramente che proseguirà la sua missione di pace come deciso da Papa Francesco”, ha detto dopo i colloqui bis il consigliere presidenziale russo, secondo cui “in seguito alle consultazione del cardinale con il Papa sarà possibile coordinare il nostro lavoro congiunto nell’ambito delle delicate questioni di carattere umanitario”.
Come ha scritto l’Unità, “la situazione si complica sempre di più anche sul fronte russo dopo il tentativo di golpe di Prighozin e le conseguenze sul Cremlino, con l’arresto del generale Surovikin, considerato un complice del capo della Wagner. “In questo difficile scenario si inserisce il tentativo diplomatico da parte del Vaticano che ha mandato il cardinal Zuppi a trattare con i vertici di Mosca”.
Secondo le indiscrezioni che trapelano dal Cremlino Putin era “fuori Mosca e troppo impegnato per sistemare le cose in un Paese ancora sotto shock per il tentato golpe del weekend precedente”. Nonostante l’impossibilità di vedere Putin, il Cremlino – in attesa di ricevere da Zuppi una lettera di Papa a Putin – avrebbe chiesto alla Santa Sede in termini molto espliciti “di non rinviare la visita del Cardinale”.
“Abbiamo più volte detto di apprezzare molto gli sforzi e le iniziative del Vaticano per trovare una soluzione pacifica alla crisi ucraina e accogliamo con favore questa volontà del Papa di contribuire a porre fine al conflitto armato in Ucraina”, ha detto da parte propria il portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov.
Per i media russi, che hanno analizzato fino in fondo quasi i quattro giorni (dalla sera del 27 a quella del 30 giugno) del viaggio di Zuppi le parole chiave della visita sono state “futuro lavoro congiunto” tra la Russia e la Santa Sede. Secondo un’analisi molto dettagliata dell’agenzia d’informazione russa Regnum la visita di Zuppi ha rappresentato un esempio brillante delle “diplomazie personali del Pontefice” che possono “non corrispondere con la politica estera dello Stato del Vaticano”.
Attualmente la Russia è praticamente isolata dal mondo occidentale e mantiene stretti legami con i Paesi dell’Eurasia, dell’Africa, del Medio Oriente, dell’America Latina. Non è poco. Ma per il Cremlino è molto importante conservare la possibilità di parlare con l’Occidente direttamente. E la Santa Sede può aiutare Mosca ad aprire questo spiraglio.
C’è chi sostiene che la Santa Sede si presenta in questo momento difficile per la Russia quasi come interlocutore unico. In un’intervista all’agenzia Sir don Stefano Caprio, docente di storia e cultura russa al Pontificio Istituto Orientale di Roma (Pio), ha detto: “I russi non possono fare a meno del dialogo con Roma” e la Santa Sede può portare un messaggio importante per la Russia in questo particolare momento storico che è quello di “recuperare l’anima vera della Russia, l’anima della sua religione ortodossa, della sua cultura, della sua tradizione universale, vissuta però non in conflitto con il mondo, ma come messaggio di unità e comprensione mondiale”. Secondo don Caprio “il Papa rimane per i russi l’unico amico che hanno”. Una dichiarazione molto forte.
Insomma i tre giorni del cardinale Zuppi a Mosca, rappresentano la “punta dell’iceberg” di un delicatissimo processo, la cui parte principale si svolge dietro le quinte. In questo contesto agli analisti russi, che hanno passato veramente al setaccio le dichiarazioni di tutte le parti, non è sfuggito un minimo particolare delle valutazioni italiane: dall’intervista di don Caprio, ai servizi del portale Affaritaliani, in uno dei quali del titolo “Viaggio a Mosca e poi evento con la filosofa anti-Kiev. La strategia di Zuppi”, l’autore, Giuseppe Vatinno, ha scritto “in Vaticano sta indubbiamente succedendo una cosa strana: il cardinal Zuppi, Presidente della Cei, ha soffiato il posto al cardinal Pietro Parolin, che il segretario di Stato vaticano e cioè la persona deputata proprio a seguire a politica estera del piccolo Stato”.
“Zuppi, che ha consegnato a Putin la lettera personale di Papa Francesco è indubbiamente la persona di fiducia del Pontefice e un prezioso canale di comunicazione”, ha scritto l’esperto vaticanista, Stanislav Stremidlovskij in un articolo intitolato “Le implicazioni e i significativi nascosti della visita del cardinale Zuppi a Mosca”. E le “implicazioni” nonché i “contenuti nascosti” in tutta questa vicenda di certo non mancano.
Lo storico incontro al monastero Danilovskij di Zuppi con il Patriarca Kirill al quale il porporato “ha trasmesso il saluto del Santo Padre” è stato definito dalla Chiesa ortodossa russa “sincero e fruttuoso”. Secondo il Patriarca “le Chiese possono lavorare insieme per servire la causa della pace e della giustizia. È importante che tutte le forze del mondo si uniscano per prevenire un grande conflitto armato”. Le dichiarazioni del Patriarca rientrano nel contesto più vasto e drammatico della golpe dei Wagner, quando il mondo ha temuto la perdita del controllo da parte del Cremlino degli arsenali nucleari della Russia. Per la prima volta in molti anni la Casa Bianca di dichiarato di aver avuto il giorno del golpe contatti “buoni e costruttivi” con il Cremlino.
Pochi hanno notato che la visita di Zuppi nella capitale russa era stata preceduta dal viaggio in Vaticano del capo del dipartimento degli Esteri del Patriarcato di Mosca, il metropolita Antonio, che era stato ricevuto dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin e da molti alti rappresentanti della Chiesa cattolica, tra cui Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Secondo i media russi non è stato per niente casuale, che il Patriarca Kirill ha citato la collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio come esempio positivo del dialogo tra cattolici e ortodossi.
“La Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica hanno esperienza di interazione, anche nei tempi di un clima politico davvero sfavorevole”, ha detto Kirill, menzionando il “ruolo positivo della Comunità di Sant’Egidio”, che “in circostanze molto difficili della guerra Fredda, durata per la gran parte della seconda metà del XX secolo, mantenne legami vivi e attivi con il Patriarcato di Mosca”. In risposta, ha riferito il servizio di comunicazione del Patriarcato di Mosca “l’ospite ha sottolineato che anche nell’attuale situazione, il dialogo non dovrebbe fermarsi, ma dovrebbe diventare ancora più intenso”.
“Un altro fatto molto interessante – scrive Stremidlovskij – che proprio nei giorni del viaggio di Zuppi a Mosca, l’arcivescovo Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali e già rappresentante speciale del Papa per la Bielorussia si è recato a Minsk, dove è stato ricevuto dal ministro degli Esteri bielorusso, Serghej Olejnik per discutere in maniera molto profonda della situazione della grande Eurasia e del mondo intero”.
“Le Chiese possono servire la causa della pace e della giustizia attraverso sforzi congiunti”, ha citato le parole del Patriarca russo l’agenzia d’informazione Rbc, secondo la quale “Zuppi ha detto che il Pontefice vorrebbe sentire l’opinione del Patriarca riguardo alla situazione e anche riguardo alla possibilità di un loro nuovo incontro”. Il primo e per il momento l’unico vertice tra il Papa Francesco e il Patriarca Kirill è avvenuto all’Avana, il 12 febbraio del 2016.
Per il Cremlino il nuovo summit Papa-Patriarca sarebbe molto auspicabile. Come ha scritto la versione italiana del portale Vatican News in una breve visita alla Chiesa di San Nicola in Tolmachi, presso la pinacoteca Tretyakov, il cardinale Zuppi, “si è soffermato in preghiera davanti all’icona della Madonna di Vladimir, a cui ha affidato la sua missione”. Invece la versione in lingua inglese (lo screenshot è qui sotto) della stessa pagina ha pubblicato la foto di Zuppi con la seguente didascalia “il Papa Francesco in preghiera davanti all’icona della Madre di Dio di Vladimir a Mosca”.
“A prima vista, può sembrare un semplice errore di stampa, commesso da un redattore del portale Vatican News. O può darsi, che la Redazione inglese della rispettata testata vaticana sappia qualche cosa che noi, comuni mortali, non sappiamo ancora?”, si sono interrogati i giornalisti russi.