Una pace possibile

Una pace possibile

I sette punti per la pace in Ucraina di Stefano Zamagni, presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali fino a marzo 2023.

  1. Neutralità dell’Ucraina che rinuncia all’ambizione nazionale di entrare nella Nato, ma che conserva la piena libertà di diventare parte dell’Ue, con tutto ciò che questo significa. Una risoluzione dell’Onu deve essere adottata per assicurare meccanismi di monitoraggio internazionali per il rispetto degli accordi di pace.
  2. L’Ucraina ottiene la garanzia della propria sovranità, indipendenza, e integrità territoriale; una garanzia assicurata dai 5 membri permanenti delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, Uk, Usa) oltre che dall’Ue e dalla Turchia.
  3. La Russia conserva il controllo de facto della Crimea per un certo numero di anni ancora, dopodiché le parti cercano, per via diplomatica, una sistemazione de iure permanente. Le comunità locali usufruiscono di accesso facilitato sia all’Ucraina sia alla Russia; oltre alla libertà di movimento di persone e risorse finanziarie.
  4. Autonomia delle regioni di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina, di cui restano parte integrante, sotto i profili economico, politico, e culturale.
  5. Accesso garantito a Russia e Ucraina ai porti del Mar Nero, per lo svolgimento delle normali attività commerciali.
  6. Rimozione graduale delle sanzioni occidentali alla Russia in parallelo con il ritiro delle truppe e degli armamenti russi dall’Ucraina.
  7. Creazione di un Fondo Multilaterale per la Ricostruzione e lo Sviluppo delle aree distrutte e seriamente danneggiate dell’Ucraina, un fondo al quale la Russia è chiamata a concorrere sulla base di predefiniti criteri di proporzionalità. (L’esperienza storica del Piano Marshall è di aiuto a tale riguardo).

“Ho motivo di ritenere” scrive Zamagni “che una proposta del genere, se opportunamente presentata e saggiamente gestita per via diplomatica, possa essere favorevolmente accolta dalle parti in conflitto. Forse l’ostacolo maggiore per una pace negoziata è la paura della negoziazione stessa. I politici e i capi di governo, infatti, temono di essere percepiti dalle rispettive constituencies o come pacifisti ingenui oppure come opportunisti con secondi fini. (…) Ecco perché, in una situazione come l’attuale, il ruolo dei costruttori di pace è fondamentale. La mobilitazione della società civile internazionale tesa a dare vita a una ‘Alleanza per la Pace’ è oggi, una iniziativa urgente e altamente meritoria”.

I 12 punti proposti dalla Cina per risolvere il conflitto in Ucraina.

  1. Rispettare la sovranità di tutti i Paesi. Il diritto internazionale universalmente riconosciuto, compresi gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, deve essere rigorosamente osservato. La sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i Paesi devono essere effettivamente sostenute. Tutti i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, ricchi o poveri, sono membri uguali della comunità internazionale. Tutte le parti devono sostenere congiuntamente le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali e difendere l’equità e la giustizia internazionali. È necessario promuovere un’applicazione equa e uniforme del diritto internazionale e respingere i doppi standard.
  2. Abbandonare la mentalità della guerra fredda. La sicurezza di un Paese non deve essere perseguita a spese di altri. La sicurezza di una regione non dovrebbe essere raggiunta rafforzando o espandendo i blocchi militari. Gli interessi e le preoccupazioni legittime di tutti i Paesi in materia di sicurezza devono essere presi sul serio e affrontati in modo adeguato. Non esiste una soluzione semplice a una questione complessa. Tutte le parti dovrebbero, seguendo la visione di una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile e tenendo presente la pace e la stabilità a lungo termine del mondo, contribuire a forgiare un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile. Tutte le parti dovrebbero opporsi al perseguimento della propria sicurezza a scapito di quella altrui, evitare il confronto tra blocchi e lavorare insieme per la pace e la stabilità nel continente eurasiatico.
  3. Cessare le ostilità. Il conflitto e la guerra non giovano a nessuno. Tutte le parti devono rimanere razionali ed esercitare la moderazione, evitare di alimentare le fiamme e aggravare le tensioni, e impedire che la crisi si deteriori ulteriormente o addirittura vada fuori controllo. Tutte le parti dovrebbero sostenere la Russia e l’Ucraina a lavorare nella stessa direzione e a riprendere il dialogo diretto il prima possibile, in modo da deescalare gradualmente la situazione e raggiungere infine un cessate il fuoco globale.
  4. Riprendere i colloqui di pace. Il dialogo e i negoziati sono l’unica soluzione possibile alla crisi ucraina. Tutti gli sforzi che favoriscono una soluzione pacifica della crisi devono essere incoraggiati e sostenuti. La comunità internazionale deve mantenere il giusto approccio di promozione dei colloqui di pace, aiutare le parti in conflitto ad aprire la porta ad una soluzione politica il prima possibile e creare condizioni e piattaforme per la ripresa dei negoziati. La Cina continuerà a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso.
  5. Risolvere la crisi umanitaria. Tutte le misure che favoriscono l’attenuazione della crisi umanitaria devono essere incoraggiate e sostenute. Le operazioni umanitarie devono seguire i principi di neutralità e imparzialità e le questioni umanitarie non devono essere politicizzate. La sicurezza dei civili deve essere efficacemente protetta e devono essere creati corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili dalle zone di conflitto. Sono necessari sforzi per aumentare l’assistenza umanitaria nelle aree interessate, migliorare le condizioni umanitarie e fornire un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli, al fine di prevenire una crisi umanitaria su scala più ampia. Le Nazioni Unite dovrebbero essere sostenute nello svolgere un ruolo di coordinamento nel convogliare gli aiuti umanitari nelle zone di conflitto.
  6. Proteggere i civili e i prigionieri di guerra (Pow). Le parti in conflitto devono attenersi rigorosamente al diritto umanitario internazionale, evitare di attaccare i civili o le strutture civili, proteggere le donne, i bambini e le altre vittime del conflitto e rispettare i diritti fondamentali dei prigionieri di guerra. La Cina sostiene lo scambio di prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e invita tutte le parti a creare condizioni più favorevoli a questo scopo.
  7. Mantenere la sicurezza delle centrali nucleari. La Cina si oppone agli attacchi armati contro le centrali nucleari o altri impianti nucleari pacifici e invita tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, compresa la Convenzione sulla sicurezza nucleare (Cns), e a evitare con determinazione gli incidenti nucleari provocati dall’uomo. La Cina sostiene l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) nello svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere la sicurezza degli impianti nucleari pacifici.
  8. Ridurre i rischi strategici. Le armi nucleari non devono essere utilizzate e le guerre nucleari non devono essere combattute. La minaccia o l’uso di armi nucleari deve essere contrastata. Occorre prevenire la proliferazione nucleare ed evitare le crisi nucleari. La Cina si oppone alla ricerca, allo sviluppo e all’uso di armi chimiche e biologiche da parte di qualsiasi Paese, in qualsiasi circostanza.
  9. Facilitare le esportazioni di cereali. Tutte le parti devono attuare pienamente ed efficacemente e in modo equilibrato l’Iniziativa sui cereali del Mar Nero firmata da Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite e sostenere l’Onu nello svolgimento di un ruolo importante a questo proposito. L’iniziativa di cooperazione sulla sicurezza alimentare globale proposta dalla Cina fornisce una soluzione fattibile alla crisi alimentare mondiale.
  10. Fermare le sanzioni unilaterali. Le sanzioni unilaterali e la massima pressione non possono risolvere la questione, ma creano solo nuovi problemi. La Cina si oppone alle sanzioni unilaterali non autorizzate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. I Paesi interessati dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali e della “giurisdizione a lungo raggio” nei confronti di altri Paesi, in modo da fare la loro parte nella de-escalation della crisi ucraina e creare le condizioni affinché i Paesi in via di sviluppo possano far crescere le loro economie e migliorare la vita delle loro popolazioni.
  11. Mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento. Tutte le parti dovrebbero mantenere con serietà il sistema economico mondiale esistente e opporsi all’uso dell’economia mondiale come strumento o arma per scopi politici. Sono necessari sforzi congiunti per mitigare le ricadute della crisi ed evitare che questa interrompa la cooperazione internazionale nei settori dell’energia, della finanza, del commercio alimentare e dei trasporti e comprometta la ripresa economica globale.
  12. Promuovere la ricostruzione post-bellica. La comunità internazionale deve adottare misure per sostenere la ricostruzione postbellica nelle zone di conflitto. La Cina è pronta a fornire assistenza e a svolgere un ruolo costruttivo in questo sforzo.