Scatta il conto alla rovescia per Hamas dopo l’ultimatum di Israele che minaccia di prendere d’assalto la città di Rafah entro il 10 marzo prossimo, qualora il movimento armato palestinese non rilasciasse gli ostaggi rimasti. Lo Stato ebraico ha respinto così gli appelli internazionali alla moderazione per proteggere i civili palestinesi che si rifugiano nella città meridionale della Striscia di Gaza.
Nelle ultime settimane gli Stati Uniti, l’Unione europea e le Nazioni Unite si sono rivolti al premier israeliano, Benyamin Netanyahu, affinché ritiri le truppe e annulli la prevista offensiva su Rafah, dove attualmente si trovano almeno 1,5 milioni di profughi palestinesi. La città al confine con l’Egitto è l’ultima roccaforte rimasta a Gaza del gruppo militante palestinese Hamas.
“I leader superstiti di Hamas devono sapere questo: se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa, i combattimenti continueranno ovunque, compresa l’area di Rafah”, ha dichiarato a Gerusalemme Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore israeliano, nel corso di una conferenza con i leader delle comunità ebraiche degli Stati Uniti.
“Hamas ha una sola scelta. Può arrendersi, rilasciare gli ostaggi e i civili di Gaza, dopodiché potranno celebrare la festa del Ramadan”, ha aggiunto Gantz, membro del Gabinetto di guerra israeliano. Il Ramadan, il mese sacro musulmano, inizia la sera del 10 marzo. Gantz ha anche precisato che l’offensiva sarà condotta in coordinamento con i partner americani ed egiziani per “ridurre al minimo le eventuali vittime tra la popolazione civile”.