La tecnologia avanzata permette ai produttori di massimizzare i profitti
L’intelligenza artificiale (IA) si sviluppa a passi da gigante in tutto il mondo, dagli Stati Uniti, alla Cina e all’Europa. Non mancano di certo le previsioni allarmanti su quali categorie di lavoratori saranno per primi “gettati sul lastrico”.
Hanno già scioperato diverse volte a Hollywood gli attori e gli sceneggiatori, preoccupati dalla proliferazione incontrollata dell’intelligenza artificiale nel cinematografo e nella produzione di videogiochi.
Ma le prime vere “vittime” dell’IA sono state le fotomodelle, che ora vengono sostituite con le “ragazze generate dal computer”.
Per la sua nuova campagna pubblicitaria, mirata agli adolescenti, Mango, una delle maggiori catene di moda al mondo, ha utilizzato i più avanzati sistemi dell’IA per far somigliare le ragazze disegnate dai microprocessori a quelle vere. Prima di tutto sono stati fotografati gli abiti reali della nuova collezione per “addestrare” un modello di IA. Come ha scritto Mango in un suo comunicato stampa “la sfida più grande è stata di creare delle immagini della stessa alta qualità di un servizio fotografico di moda tradizionale”.
Il risultato finale non può non stupire: la modella di Mango creata dall’IA è indistinguibile da una ragazza vera. Solo nella didascalia diventa chiaro che si tratta di un’immagine generata dall’intelligenza artificiale.
Ma i direttori creativi di Mango non sono stati i veri “pionieri” della svolta cruciale. Il marchio di lusso Etro aveva già lanciato all’inizio di quest’anno una campagna pubblicitaria che faceva ricorso a questa tecnologia, usata in particolare per creare sfondi fantascientifici e surreali (foto sotto).
Di recente nell’Unione europea è stata varata una legge sull’IA, che imporrà un obbligo di “trasparenza” sui contenuti generati da IA, ma non difende le categorie di lavoratori più a rischio. Secondo molti esperti “la politica non sarà quasi mai in grado di tenere il passo con l’evoluzione nel settore dell’IA e rimarrà sempre indietro”.