L’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite (AIEA) invierà un gruppo di esperti in Giappone per una nuova revisione sulla sicurezza del rilascio nell’Oceano Pacifico delle acque reflue della ex centrale nucleare di Fukushima. I rappresentanti di 11 Paesi del mondo – Argentina, Australia, Gran Bretagna, Canada, Cina, Francia, Corea del Sud, Isole Marshall, Russia, Stati Uniti e Vietnam – visiteranno nel periodo dal 24 al 27 di ottobre. Il sito di Fukushima, distrutta nel marzo del 2011 da un terremoto seguito da uno tsunami.
Sarà la prima verifica da parte dell’AIEA da quando a fine agosto il Giappone aveva iniziato il rilascio dell’acqua decontaminata, ma sempre contenente notevoli quantità del trizio. La decisione dell’Agenzia di inviare in Giappone un gruppo di ispettori era stata preceduta da aspre proteste della Cina e della Russia, che avevano denunciato il riversamento dell’acqua trattata, citando preoccupazioni per la salute. La Cina ha messo al bando le importazioni di prodotti ittici giapponesi, mettendo in grave crisi l’industria della pesca locale.
Secondo i media giapponesi il Governo di Fumio Kishida ha ribadito che “si impegnerà a fornire tutte le informazioni necessarie all’AIEA per promuovere una migliore comprensione tra la comunità internazionale e Tokio riguardo alla gestione delle operazioni dello scarico”. In precedenza l’Agenzia delle Nazioni Unite aveva inviato una task force in Giappone alla fine di maggio, prima di dare il via libera alle operazioni del rilascio dell’acqua che “sarebbero conformi agli standard di sicurezza globali”.
L’intera operazione potrà durare per oltre 30 anni e gli esperti indipendenti hanno dichiarato che non si può prevedere quale impatto sull’ambiente possa provocare il rilascio nell’Oceano Pacifico di 1,34 milioni di tonnellate di acqua radioattiva, usata per raffreddare i reattori distrutti di Fukushima.