Afghanistan. I talebani celebrano il loro secondo anniversario al potere

Il tempo vola e sono passati ormai due anni esatti dopo la precipitosa fuga degli americani dall’Afghanistan e la “conquista” di Kabul dalle forze talebane. I fondamentalisti islamici celebrano oggi il secondo anniversario del loro ritorno al potere. In un comunicato, diffuso dalle autorità, i talebani si impegnano a resistere a qualsiasi minaccia all’indipendenza del Paese. “La conquista di Kabul ha dimostrato ancora una volta che nessuno può controllare l’orgogliosa nazione afghana e garantire la propria permanenza in questo Paese”, si legge in una dichiarazione del governo talebano, secondo cui “a nessun invasore sarà permesso di minacciare l’indipendenza e la libertà dell’Afghanistan”.
Chi l’avrebbe mai pensato che i movimenti indipendentisti afghani, i vincitori – grazie al sostegno militare e finanziario americano – della guerra decennale contro l’esercito sovietico (1979-1989), pochi anni dopo avrebbero rivolto le armi contro i soldati degli Stati Uniti, della NATO e di alcuni altri Paesi alleati? Invece, sì.
Il 15 agosto del 2021 il mondo ha assistito alla disfatta dell’Occidente davanti ai talebani, che hanno dato così vita al nuovo Emirato islamico dell’Afghanistan. I talebani, ovvero “studenti” in lingua pashtu, dopo aver costretto alla ritirata le armate sovietiche hanno vanificato gli sforzi di un ventennio di guerra combattuta dagli Stati Uniti e le forze della Nato.
E mentre i talebani celebrano la “vittoria”, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha rivolto un appello alla comunità internazionale, affinché “s’impegni per sostenere il popolo afghano che vive in una gravissima crisi umanitaria”.
Secondo l’ONU “16 milioni di bambini non ricevono cibo di base o assistenza sanitaria, mentre sono quasi 30 milioni, il massimo storico, gli afghani bisognosi di assistenza”.
Il fallito tentativo degli Stati Uniti di esportare la democrazia verso l’Afghanistan ha fatto sì che il popolo di questo Stato montagnoso si sia ritrovato di nuovo sotto il potere fondamentalista dei talebani, basato, come scrive l’appello delle Nazioni Unite “sulla sistematica e scioccante soppressione di una moltitudine di diritti umani, compresi i diritti all’istruzione, al lavoro e alle libertà di espressione, riunione e associazione”.