La crescita della domanda globale di gas dovrebbe rallentare nei prossimi anni. Lo si legge nell’ultimo rapporto Gas 2023 Medium-Term Market Report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE).
La crescita senza precedenti riscontrata nell’ultimo decennio dovrebbe quindi dimiunire a causa di una contrazione dei consumi nei mercati maturi. Secondo le previsioni dell’AIE sul medio termine la domanda di gas sarà ancora in crescita in media dell’1,6% fino al 2026 (è cresciuta del 2,5% l’anno tra il 2017 e il 2021) con la crisi energetica globale del 2022 che ha fatto da spartiacque.
Il picco nei mercati dell’Asia e del Pacifico, dell’Europa e del Nord America ha raggiunto il picco nel 2021 e ora si prevede un calo dell’1% annuo fino al 2026 a causa dell’accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili e degli efficientamenti energetici. La crescita della domanda nel futuro sarà concentrata nei mercati asiatici in rapida crescita e in alcune economie ricche di gas del Medio Oriente e dell’Africa.
E’ prevista in crescita la quota di gas naturale liquefatto (GNL) per una capacità globale che arriverà al 25% tra il 2022 e il 2026, segnando il passaggio a un mercato del gas più globalizzato, che migliorerà la resilienza e la capacità di fornitori e consumatori di rispondere agli shock di domanda e offerta.
“Dopo il periodo di massimo splendore tra il 2011 e il 2021, i mercati mondiali del gas sono entrati in un periodo nuovo e più incerto, che sarà probabilmente caratterizzato da una crescita più lenta e da una maggiore volatilità e che potrebbe portare a un picco della domanda globale entro la fine di questo decennio – ha spiegato Keisuke Sadamori, direttore dell’AIE per i mercati e la sicurezza energetica. – Le tendenze sono diverse a seconda delle regioni, con una domanda in calo nei mercati maturi ma in continua crescita nelle economie emergenti e in via di sviluppo”.
I prezzi del gas sono stati in calo tra gennaio e settembre 2023 ma i prossimi mesi saranno caratterizzati da incertezze e rischi a causa delle limitazioni nelle forniture ancora non compensate dalla crescita del GNL; si teme la volatilità dei prezzi, soprattutto se l’emisfero settentrionale dovrà affrontare un inverno rigido. Questo nonostante lo stoccaggio di gas in Europa sia al 96% della capacità.