Entro il 2040 in Svizzera ci sarà una carenza di 430.000 persone nel mercato del lavoro
Dopo la Germania è arrivato il momento alle autorità della Svizzera a suonare l’allarme. Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio federale svizzero di statistica (UST), alla fine del 2023 erano vacanti più di 110.000 posti di lavoro. Per un piccolo Paese di 8,77 milioni di abitanti si tratta di un problema gravissimo, soprattutto dal momento che il fenomeno è destinato a intensificarsi. Secondo le associazioni imprenditoriali, entro il 2040 in Svizzera ci sarà una carenza di “quasi 430.000 persone nel mercato del lavoro, soprattutto a causa dei cambiamenti demografici”.
Come scrive l’agenzia d’informazione svizzera “Swiss Info” l’afflusso di giovani non sarà in grado di compensare la generazione del cosiddetto “baby boom”, che sta per andare in pensione. Altri studi, come quello dell’associazione “Impiegati Svizzeri”, dipingono un quadro ancora più fosco: secondo le stime, entro il 2035 sul mercato del lavoro svizzero potrebbero mancare quasi 1,2 milioni di persone, ovvero circa il 14% dell’intera popolazione.
Le autorità svizzere ammettono che le “aziende saranno sempre più in competizione per attrarre manodopera”. L’unica speranza sarà l’immigrazione. Ma non è sicuro. “Questo effetto demografico è stato e sarà probabilmente mitigato in una certa misura dall’immigrazione. In generale, non è facile estrapolare la situazione del mercato del lavoro, che è in continua evoluzione”, ha dichiarato Françoise Tschanz, portavoce della Segreteria di Stato per gli affari economici (SECO).