Anche il Senegal vuole chiudere le basi militari francesi

Il premier Ousmane Sonko: “Minacciano nostra sovranità”

Ousmane Sonko

Un altro Paese africano si libera della presenza militare francese. Il nuovo primo ministro del Senegal, Ousmane Sonko, ha auspicato la chiusura delle basi militari francesi ancora presenti in questo Paese dell’Africa Occidentale. Durante una conferenza stampa congiunta, tenuta con il leader della sinistra francese, Jean-Luc Melenchon, in visita a Dakar, Sonko si è posto la domanda “perché il Senegal abbia ancora diverse basi francesi, più di 60 anni dopo la proclamazione dell’indipendenza dalla Francia”. Secondo Sonko la presenza militare francese incide negativamente sulla sovranità del Paese: “Ribadisco qui il desiderio del Senegal di avere un proprio controllo, il che è incompatibile con la presenza duratura di basi militari straniere in Senegal”, ha detto il premier, annunciando il desiderio di stringere legami politici, economici e militari con il Mali, la Burkina Faso e il Niger, la trojka dei Paesi vicini, che avevano già cacciato le truppe francesi e si sono rivolti alla Russia per chiedere aiuto nella lotta alle insurrezioni jihadiste.

Secondo le stime del ministero della Difesa francese attualmente In Senegal si trovano  350 militari francesi, per la maggior parte appartenenti alla Legione straniera. In questo momento le forze armate francesi sono ancora presenti in quattro Paesi dell’Africa Occidentale e Centrale dal Senegal, alla Costa d’Avorio, al Gabon e al Ciad. Nella parte est del Continente Nero, a Gibuti, risiedono circa 1.500 militari francesi. La presenza militare francese in Senegal è regolata da alcuni accordi bilaterali, ma ora sono tutti da rivedere. “Possiamo stipulare accordi di difesa senza che questo giustifichi che un terzo della regione di Dakar sia oggi occupata da guarnigioni francesi”, ha detto Sonko.

Come scrive la stampa francese “nel quadro della sua progressiva perdita di influenza in Africa, Parigi ha addirittura considerato l’opzione di condividere alcune basi militari con le forze statunitensi, anch’esse sul punto di lasciare i vicini Niger e Ciad”. Come ha dichiarato il capo di Stato maggiore francese, Thierry Burkhard, l’ipotesi è ritenuta “auspicabile se la Francia vuole ridurre la propria visibilità, mantenendo però l’impronta minima necessaria per tenere aperto per Parigi l’accesso al territorio”.