Apple è stata citata in giudizio dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e da 15 Stati. L’accusa di aver sfruttato la sua posizione dominante per svantaggiare i competitor.
Sostanzialmente Apple scoraggerebbe gli sviluppatori di software e di videogiochi dall’offrire app migliori per l’iPhone, causando prezzi più alti per i consumatori. L’azienda di Cupertino avrebbe usato il potere acquisito in particolare nel settore della telefonia mobile per limitare la concorrenza e la scelta per i consumatori.
“I consumatori non dovrebbero pagare prezzi più alti perché le società violano le leggi antitrust”, ha spiegato il ministro della Giustizia Merrick Garland secondo quanto ripota l’agenzia italiana ANSA, “Negli ultimi 12 anni Apple è diventata una delle società che vale di più al mondo e ha mantenuto il monopolio nel settore degli smartphone violando le leggi antitrust”. Garland ha sottolineato che il problema non è il monopolio in sé ma il fatto che il monopolio viene mantenuto non per la superiorità dei prodotti ma perché viene ridotta la concorrenza. In poche parole il monopolio di Apple danneggerebbe sia i consumatori che gli sviluppatori che le società rivali.
Il modello di business di Apple si è sempre basato su “ambienti tecnologici” su cui viene esercitato un controllo totale mentre il Dipartimento di giustizia vorrebbe dare maggior libertà agli sviluppatori di realizzare app che utilizzano l’hardware Apple per offrire più possibilità (e prezzi inferiori) agli utilizzatori.
Con questa azione si rafforza la “lotta” negli Stati uniti con le big tech: sono in corso azioni anche contro Alphabet, Google, Meta Platforms e Amazon.
Apple rigetta le accuse spiegando che “è in pericolo la nostra capacità di creare la tecnologia che la gente si attende da Apple”. La causa, per la società di Cupertino, rappresenta un precedente pericoloso perché offre al Governo poteri per esercitare un ruolo pesante nella progettazione della tecnologia.