Arabia Saudita: il Regno taglia prezzi petroliferi per l’Asia, ma li aumenta per l’Europa

Per il prossimo mese i prezzi del greggio “Arab Light” cresceranno di 0,3 dollari al barile rispetto alle quotazioni di novembre sia per i clienti dell'Europa nord-occidentale che per tutta l'area del Mediterraneo.

La compagnia energetica dell’Arabia Saudita “Saudi Aramco” ha annunciato che nel mese di dicembre del 2024 saranno tagliati i prezzi del greggio per la Cina e per alcuni altri clienti asiatici, mentre saranno proporzionalmente aumentati per i clienti dell’Europa occidentale.

Secondo il listino prezzi, diffuso da “Saudi Aramco”, il prezzo “ufficiale” di vendita del greggio di riferimento “Arab Light” (l’80% dell’intero export petrolifero del Regno) ai clienti asiatici supererà di soli 1,70 dollari al barile il costo del “paniere” petrolifero “Oman/Dubai”, ovvero sarà di 0,5 dollari sotto il premio di 2,2 dollari al barile, registrato a novembre.

Allo stesso modo, anche i prezzi di vendita ufficiali di “Arab Extra Light” e di “Super Light” sono stati ridotti per i clienti asiatici di 0,5 dollari al barile per dicembre, mentre i prezzi per “Arab Medium” e per “Arab Heavy” hanno subito tagli minori di 0,4 dollari al barile.

Parallelamente, “Saudi Aramco” ha aumentato i prezzi ufficiali di vendita del greggio “Arab Light” per il prossimo mese di 0,3 dollari al barile rispetto alle quotazioni di  novembre sia per la clientela dell’Europa nord-occidentale che per  tutta l’area del Mediterraneo.

Come scrive l’agenzia di stampa “Bloomberg” il “taglio dei prezzi del petrolio saudita, esportato verso i mercati asiatici, può essere legato a un calo della domanda, e arriva dopo la recente decisione dei Paesi dell’OPEC+ di rinviare il ripristino della produzione petrolifera di un altro mese, fino alla fine di dicembre”. I Paesi che hanno accettato di tagliare volontariamente la produzione – complessivamente di 2,2 milioni di barili al giorno – ci sono la Russia, l’Arabia Saudita, l’Iraq, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait, il Kazakhstan, l’Algeria e l’Oman.