Sin dal 2015 la Nuova Banca di Sviluppo, fondata per concedere prestiti alle economie emergenti, ha finora finanziato coi 33 miliardi di dollari circa un centinaio di progetti infrastrutturali nei cinque Paesi fondatori.
Riyadh è in trattativa avanzata con i Paesi del gruppo Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) per partecipare alla loro Nuova Banca di Sviluppo (New Development Bank, NDB), con la sede a Shanghai, in Cina. L’ingresso del Regno aumenterebbe notevolmente le capacità di finanziamento dell’istituto di credito.
A pochi giorni dalla riunione annuale della banca NDB, in programma il 30-31 maggio prossimi a Shanghai, l’Arabia Saudita tramite il quotidiano britannico “Financial Times” ha reso pubblica la notizia, secondo cui “il Regno è in trattativa con i Paesi del gruppo Brics per avere una partecipazione alla Nuova Banca di Sviluppo (New Development Bank, N.d.R.). Le fonti russe hanno detto che la trattativa “sarebbe ormai in fase molto avanzata”.
Si tratta di una notizia davvero positiva, che potrà aumentare notevolmente le capacità di finanziamento dell’istituto bancario dei Brics in un momento storico così delicato. La sfavorevole congiuntura politica internazionale – parliamo delle sanzioni occidentali senza precedenti contro la Russia – ha ridotto le capacità dei Paesi Brics, in primo luogo della Russia, di mobilitare i fondi indispensabili.
Nel luglio del 2022 l’agenzia di rating internazionale Fitch ha abbassato la valutazione di credito della Nuova Banca di Sviluppo da AA+ ad AA, perché “le sue partecipazioni in Russia (1,7 miliardi di dollari che corrispondono al 6,7% degli attivi totali di NDB, N.d.R.) potrebbero bloccare l’accesso dell’istituto ai bond denominati in dollari”. La Russia è un socio-fondatore e detiene circa il 19% del capitale della banca NDB , istituito nel 2015 come alternativa alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale.
Malgrado una forte opposizione da parte degli Stati Uniti, la Nuova Banca di Sviluppo, fondata per concedere prestiti alle economie emergenti, ha finora finanziato coi 33 miliardi di dollari circa un centinaio di progetti infrastrutturali nei cinque Paesi fondatori. Di recente la NDB ha accettato come soci anche gli Emirati Arabi, l’Egitto e il Bangladesh.
Inoltre la partecipazione dell’Arabia Saudita al “braccio finanziario” dei Paesi Brics, aiuterebbe il Principe ereditario, Mohammed bin Salman, il più grande esportatore mondiale di petrolio, a stringere le relazioni con la Cina, la cui industria sta uscendo dal letargo, causato dalla pandemia di Covid-19 e consuma sempre più energia. Durante la sua visita di Stato a Riyadh alla fine dello scorso anno, il presidente cinese, Xi Jinping, aveva auspicato l’inizio di una “nuova era nei legami tra i due Paesi”, che pochissimi mesi dopo è stata segnata dal successo della mediazione cinese, grazie alla quale è stato raggiunto l’accordo tra l’Arabia Saudita e l’Iran sulla ripresa delle relazioni diplomatiche.
Infine la ingresso dell’Arabia Saudita nella banca NDB, potrebbe presto portare all’ingresso formale di Riyadh, considerato fino a poco tempo fa “tra i più fedeli alleati dell’Occidente”, nel gruppo dei Paesi Brics. Il 18 ottobre del 2022 il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, ha dichiarato dopo la sua visita in Arabia Saudita, che il Principe bin Salman “aveva espresso il forte desiderio dell’Arabia Saudita di aderire ai Brics”. Il Sudafrica presiederà il vertice del gruppo alla fine di agosto del 2023 e in quell’occasione, ha aggiunto Ramaphosa, “la questione sarà presa in considerazione”.
Secondo il ministro degli Esteri della Russia, Serghej Lavrov, “Egitto, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Messico e molti altri Paesi – una ventina in totale – sarebbero interessati ad aderire ai Brics e anche all’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai”.