Argentina, Javier Milei “l’ultraliberista” vince le primarie

Javier Milei, definito come candidato “ultraliberista”, ha trionfato nelle elezioni primarie in Argentina.

Milei, con la sua formazione “La Libertad Avanza” è riuscito a trasformare in preferenze il fenomeno mediatico che  aveva costruito negli ultimi mesi. In Argentina parlano di “impresa impensabile” e i numeri delle urne sono chiari: con il 30% delle preferenze è il più votato nel PASO, sigla che implica le primarie obbligatorie che riguardano tutte le formazioni politiche e che delineano la griglie delle elezioni. Al secondo posto, staccata di 2 punti, c’è la formazione “Juntos por el Cambio” (28,27%), con Patricia Bullrich come candidata più votata, mentre Sergio Massa guida la formazione peronista “Union Por la Patria” che si attesta al 27,7%. Massa, considerato come lo sconfitto di questa tornata, utilizzando una metafora calcistica ha spiegato che si tratta solo del “primo tempo” mentre per arrivare a governare bisogna arrivare fino ai “rigori”.

Queste primarie arrivano in uno dei momenti più delicati per l’Argentina: nei giorni scorsi è stato sfiorato il default mentre l’inflazione è alle stelle (110% su base annua) e le riserve nazionali sono agli sgoccioli.

Il PASO prevede che si debba superare l’1,5 delle preferenze per presentarsi poi alle elezioni vere e proprie. Sbarramento che è quindi stato superato da “La Libertad Avanza”, “Juntos por el Cambio”, “Union Por la Patria”. Seguono poi con grade distacco “Hacemos por Nuestro País” con Juan Schiaretti (3,8%) e il “Frente de Izquierda y de Trabajadores-Unidad”  (2,6%).

“Siamo in grado di battere la casta al primo turno – ha spiegato Milei secondo quanto riporta a El Clarín – Non ho mai voluto smettere di sognare, e oggi i miei sogni si stanno avverando…Siamo riusciti a costruire questa alternativa competitiva che non solo metterà fine al kirchnerismo, ma anche all’inutile casta parassitaria che sta distruggendo questo Paese”.

Tra i cavalli di battaglia del nuovo fenomeno politico argentino ci sono la riduzione della presenza asfissiante dello stato nell’economia e nella società e la sostituzione del peso con i dollaro.