Un gran numero di argentini è sceso in piazza contro i tagli alle università pubbliche
La nuova protesta di piazza che agita l’Argentina riguarda l’educazione e in particolare i tagli al settore voluti dal presidente “ultraliberista” Javier Milei.
Sono state centinaia di migliaia le persone scese in piazza il 23 aprile nelle maggiori città argentine per protestare con contro i “colpi di motosega” del Governo contro le università pubbliche. E’ la maggior protesta di piazza da quando Milei si è insediato alla Casa Rosada e – secondo gli organizzatori – solo nella Plaza de Mayo di Buenos Aires c’erano 800.000 persone, 140.000 secondo il Governo.
“Per fare un paragone – scrive Nicolas Cassese su La Nacion – all’imponente veglia funebre di Diego Maradona c’era molto meno della metà delle persone (…) Da quando Milei ha attaccato con apparente successo una varietà di categorie che vanno dai leader dell’opposizione agli artisti, ai giornalisti, ai registi, agli uomini d’affari, ai legislatori e ad altri membri di quella che considera la casta, il suo conflitto con l’educazione ha scatenato la prima grande reazione di piazza del suo mandato.”.
“Il governo sta andando contro il principale strumento di mobilità sociale che abbiamo, dobbiamo difendere il nostro diritto all’educazione”, è la dichiarazione di uno studente partecipante al corteo raccolta dall’ANSA.
La risposte di Milei non si è fatta attendere: è solo la “sinistra che si lagna” ha scritto sui social network postando una foto di un leone con in mano una tazza che riporta la scritta “Lagrimas de zurditos” (“Lacrime di zecche”). E, ancora,
“Giorno glorioso per il principio della rivalazione. Chi vuole sentire (vedere), che senta (veda)…” con riferimento alla larga schiera di politici che si è fatta vedere in piazza. Poi la conlcusione con il classico “Viva la libertad carajo”.