Argentina, Milei promette 3200 riforme nel 2025

Il presidente argentino ha parlato in una lunga intervista a Forbes

Inflazione ai minimi e 3200 riforme. Questo all il 2025 dell’Argentina secondo il suo presidente, Javier Milei, recentemente intervistato dall’edizione locale di Forbes.

Milei fa i punto sul suo primo anno al governo: “Abbiamo fatto quello che avevo promesso in campagna elettorale: abbassare l’inflazione, liberare l’economia da tante restrizioni, fare riforme strutturali e sul fronte internazionale allinearci con gli Stati Uniti e Israele” mentre in economia è stato realizzato “il più grande aggiustamento fiscale nella storia dell’umanità”.

E, ancora, il presidente spiega di aver cancellato 35 miliardi di dollari di debito in un anno e di puntare verso un’inflazione all’1,5% e che continuerà la deregolamentazione: “Abbiamo fatto 800 riforme strutturali. Ogni giorno eliminiamo le normative. Questa è stata la prima fase e ora arriva la motosega profonda. Abbiamo fatto un primo grande taglio e ora andremo più a fondo, il che non significa solo deregolamentare e rimuovere questi ostacoli, ma implica anche una nuova riforma dello Stato. Quest’anno siamo saliti di 70 posizioni nella libertà economica. E abbiamo attuato solo un quarto delle riforme, ne abbiamo ancora 3.200 in sospeso. Il mio sogno è fare dell’Argentina il paese più libero del Mondo”.

Per quanto riguarda le relazioni internazionali, Milei conferma che l’obiettivo è un accordo di libero scambio con gli Stati uniti mentre per quanto riguarda l’accordo UE – MERCOSUR spiega che “Al momento sono il presidente del Mercosur e ho proposto che ogni Paese sia libero di negoziare accordi di libero scambio. Altrimenti, il Mercosur diventa un peso, e ciò di cui abbiamo bisogno è di commerciare, non di chiuderci. A tutti gli effetti, non ha funzionato come strumento di promozione del commercio. Non sto dicendo di lasciare il MERCOSUR ma di cambiare le condizioni in cui ci relazioniamo, perché ci stiamo danneggiando a vicenda. Nell’ambito di questo programma, andremo avanti con un accordo di libero scambio”.

Il president ultra liberista conferma che “Continueremo a rimuovere regolamenti, a fare privatizzazioni ed elimineremo circa il 90% delle tasse, non delle entrate, il che ci porterà a un sistema con non più di 6 imposte”.