L’Argentina si prepara ad affrontare le elezioni presidenziali che sono fissate per il 22 ottobre. Il primo turno della tornata elettorale che eleggerà la nuova guida del Paese capita in un momento particolarmente delicato per il Paese sudamericano alle prese con l’ennesima crisi economica.
A sfidarsi per la poltrona di presidente ci sono Javier Milei, economista ultraliberista e antisistema con il partito La Libertà Avanza, Patricia Bullrich, di Insieme per il cambiamento (formazione definibile di destra), Sergio Massa, dell’Unione per la Patria (è l’attuale Ministro dell’Economia, espressione di un partito progressista), Juan Schiaretti, di Facciamo per il nostro Paese e Myriam Bregman, del Fronte della Sinistra Unita.
Il 9 ottobre si è tenuto a Buenos Aires il secondo confronto tra i candidati in cui, secondo quanto riporta l’ANSA; il più moderato e pacato è stato proprio il solitamente fumantino Javier Milei che era risultato come candidato più eletto alle primarie dello scorso agosto.
Milei, in testa nei sondaggi, ha smorzato stranamente i toni: all’attacco diretto all’attuale ministro Massa, che “ha portato il Paese sull’orlo della bancarotta”, sono seguite argomentazioni meno estreme del solito, mentre l’esponente di Unione per la Patria invocava un “Governo di unità nazionale” e Bullrich, che deve rimontare, si è scagliava contro la corruzione dell’attuale Governo e contro l’anticasta Milei, accusato di avere tra le sue fila numerosi appartenenti alla “casta”.
Nel frattempo, secondo quanto riporta Reuters, la Banca centrale argentina discuterà la possibilità di aumentare ulteriormente il tasso d’interesse che attualmente è al 118%. Per dare una dimensione della gravità della crisi che attanaglia la terza economia dell’America Latina basta considerare che l’inflazione annuale ad agosto è stata del 124%, il massimo raggiunto in 32 anni.