La Corte suprema del Bangladesh ha deciso di eliminare la maggioranza delle quote previste sui posti di lavoro statali in seguito alle proteste scatenate dagli studenti che hanno infiammato il Paese per oltre una settimana.
Secondo i manifestanti, il sistema delle quote di accesso agli impieghi pubblici favoriva i gruppo che sostengono la premier Sheikh Hasina (alla guida del Paese dal 2009) e la richiesta era quella di un sistema che fosse, al contrario, meritocratico. Ora è stato stabilito che il 93% dei posti di lavoro governativi sarà aperto ai candidati in base al merito, senza quote. Il 5% dei posti di lavoro rimarranno riservati ai figli dei veterani della guerra d’indipendenza e il 2% ad altre categorie. In precedenza era previsto che il 30% dei posti fosse assegnato in base a quote.
In vista del pronunciamento della Corte Suprema era stato deciso il coprifuoco e a partire dal 18 luglio erano stati sospesi i servizi internet e sms isolando di fatto il Paese mentre la polizia reprimeva chi aveva sfidato il divieto di riunirsi.
I servizi di Internet e di sms in Bangladesh sono stati sospesi da giovedì, isolando la nazione e impedendo di fatto a quasi 170 milioni di persone di comunicare mentre la polizia ha represso i manifestanti che hanno sfidato il divieto di riunirsi in pubblico. Le proteste hanno provocato almeno 114 morti e, dopo la decisione che è andata incontro alle istanze dei protestanti, la Corte Suprema ha invitato gli studenti a tornare a scuola.