Alt ai lavori presso una linea elettrica ad alta tensione senza la quale la centrale nucleare non potrà funzionare. L’agenzia statale russa “Rosatom” minimizza: stiamo portando a termine i lavori presso il primo reattore.
Le proteste popolari in Bangladesh, che avevano costretto l’ex premier, Sheikh Hasina, a rassegnare le proprie dimissioni e a fuggire in India, hanno creato problemi per molti progetti strategici, tra cui la centrale nucleare di Rooppur, progettata e costruita dall’agenzia statale russa per l’energia atomica “Rosatom”.
Come scrive il quotidiano bengalese “The Daily Star” i “lavori di costruzione della linea elettrica ad alto voltaggio attraverso i fiumi Padma e Jamuna per la centrale nucleare di Rooppur si sono bloccati in seguito alla caduta del Governo di Sheikh Hasina”. Il giornale ricorda che il contratto da circa 525 milioni di dollari per la costruzione della linea di attraversamento dei fiume Padma (due chilometri) e Jamuna (sette chilometri) venne assegnato all’azienda indiana “Transrail Lighting”.
La prima delle due linee dovrebbe essere completata già entro la fine di ottobre. A luglio, però, a causa delle proteste antigovernative di massa, seguite da violenze, molti lavoratori indiani e indonesiani sono fuggiti dal Bangladesh. Secondo un comunicato stampa la società energetica del Bangladesh “Power Grid Company”, che gestisce la rete di linee elettriche, “dei 150 lavoratori stranieri, la maggior parte non è ancora tornata”.
Secondo il programma, presentato da “Rosatom”, il primo reattore dovrebbe essere avviato giù entro dicembre del 2024. Molto probabilmente i ritardi per la costruzione delle infrastrutture costringeranno i russi a rinviare l’avvio della centrale.
Per il momento presso la centrale i lavori procedono senza ritardi. Martedì, 17 settembre, è iniziata la simulazione della carica di combustibile nucleare nel primo reattore della centrale di Rooppur. Come ha annunciato il dipartimento di ingegneria di “Rosatom” è stato avviato un processo molto importante: il “caricamento dei simulatori di blocchi del combustibile nucleare”, precisando che “si tratta dei dispositivi che imitano il combustibile, senza però contenere del materiale radioattivo”.