L’Iran si è offerto a trasbordare il gas russo attraverso il suo territorio
Continuano incessantemente nella città russa di Sudzha i combattimenti accaniti tra l’esercito russo e un gruppo di incursione ucraino, che il 6 agosto aveva invaso il territorio della Federazione Russa. A Sudzha si trova la centrale di pompaggio, attraverso la quale il gas naturale russo viene esportato verso l’Ucraina e successivamente verso alcuni Paesi europei. Gli attacchi missilistici ucraini nelle vicinanze delle infrastrutture critiche mettono a rischio gli approvvigionamenti europei.
Come ha informato sabato, 17 agosto, Serghej Kuprijanov, portavoce della compagnia gaspetrolifera statale russa “Gazprom”, il flusso di “combustibile blu” procede normalmente: “La Russia è fedele ai propri impegni. Sabato saranno esportati 42,3 milioni di metri cubi di gas, come concordato con i consumatori europei”. Nel 2023 “Gazprom” ha esportato da Sudzha verso l’Europa 15 miliardi di metri cubi di gas naturale da gasdotto, ovvero il 4,5% dell’intero consumo dei Paesi dell’Unione europea.
Uno dei principali consumatori del gas russo è la Serbia, che si è detta molto preoccupata per le eventuali conseguenze del raid ucraino. Giovedì (14 agosto, per chi legge) il ministro dell’Energia della Russia, Serghej Tsivilev, ha ricevuto per un colloquio il vice primo ministro della Serbia, Aleksandar Vulin, che si è recato d’urgenza a Mosca, per discutere con i colleghi russi la situazione attuale e le prospettive dell’export europeo del gas russo attraverso la rotta ucraina.
Nel 2023 la Russia ha fornito alla Serbia 2,68 miliardi di metri cubi di gas, mentre per il 2024 il volume – salvo imprevisti – dovrebbe superare i 3 miliardi di m3. L’accordo tra l’Ucraina e “Gazprom” sul transito di gas scade alla fine del 2024 e Kiev ha annunciato che non avrebbe rinnovare l’intesa. In questo contesto Mosca e Belgrado stanno cercando delle alternative alla “rotta ucraina”. Come ha detto il direttore della compagnia energetica serba “Srbiagas”, Dushan Baiatovic, l’accordo con la Russia, in base al quale la Serbia paga per il gas russo meno di 300 dollari per mille metri cubi, ovvero il prezzo più basso in tutta l’Europa, durerà fino al giugno del 2025.
Nella drammatica situazione attuale e dopo le nuove sanzioni europee contro l’export russo di energia, l’Iran ha annunciato di essere “pronto a trasbordare il gas naturale russo attraverso il suo territorio”. Come ha dichiarato l’ambasciatore iraniano in Russia, Kazem Jalali, a margine del Forum economico del Caspio, che si è tenuto nella città russa di Astrakhan “siamo molto interessati a lavorare con la Federazione Russa. Siamo pronti a trasbordare il gas russo attraverso il territorio iraniano”. Jalali ha ricordato che nel 2023 la “Russia è stata al primo posto in termini di investimenti esteri in Iran”.