Fino al 2050 la Russia produrrà come minimo 540 milioni di tonnellate di petrolio all’anno
Le sanzioni occidentali danneggiano la situazione economica della Russia, che nonostante tutto riesce a crescere. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Prodotto interno lordo (PIL) della Russia nel 2024 dal 2,5% (la stima del maggio 2024) al 3,6%: “La crescita economica della Russia dovrebbe raggiungere quota del 3,6% nel 2024, per rallentare all’1,5% nel 2025”, ha scritto la BERS.
Secondo gli analisti della Banca europea, la crescita economica della Russia “è accelerata dal 3,6% nel 2023 al 4,7% nella prima metà del 2024, soprattutto grazie all’aumento dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali”, nonché “grazie allo sviluppo del commercio della Russia con l’estero, nonostante le sanzioni”.
In questo contesto la Russia ha annunciato che produrrà 540 milioni di tonnellate di petrolio ogni anno fino al 2050, ma potrebbe anche aumentare l’estrazione “tenendo conto delle esigenze del mercato”. Come ha dichiarato alla Settimana russa dell’energia, in corso in questi giorni a Mosca, il primo viceministro dell’Energia russo, Pavel Sorokin (nella foto), “in effetti, 540 milioni di tonnellate è lo scenario di base che abbiamo impostato, tenendo conto delle interazioni con i nostri partner OPEC+, ma anche tenendo conto delle esigenze del mercato”, ha sottolineato Sorokin.
Giovedì, 26 di settembre, i prezzi del greggio sui mercati internazionali hanno registrato nuove flessioni: le quotazioni di Brent hanno lasciato sul terreno l’1,51%, scendendo a quota 71,95 dollari al barile, mentre il petrolio texano WTI Crude ha perso l’1,45% per scendere a 68,24 dollari al barile.