BERS rivede al rialzo le stime di crescita economica dell’ex area sovietica

La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha pubblicato un rapporto, secondo il quale nel 2023 l’economia russa crescerà di almeno l’1,5% e ancora dell’1% nel 2024. Rispetto alle stime della stessa BERS, risalenti allo scorso maggio (-1,5%), la “promozione” dell’economia russa è stata del 3 per cento.
La BERS è un’Istituzione finanziaria internazionale (IFI) ed è una Banca di sviluppo multilaterale (Multilateral Development Bank, MDB). La BERS venne costituita nel 1991 con l’obiettivo di favorire la transizione verso un sistema di economia di mercato e promuovere l’iniziativa privata e imprenditoriale nei Paesi dell’Europa Orientale, in Russia e in altre repubbliche dell’ex Unione Sovietica.
Nel complesso, hanno scritto gli analisti dell’istituzione internazionale, le “economie dei Paesi in cui opera la BERS dovrebbero crescere nel 2023 del 2,4%, ovvero meglio del 2,2% previsto a maggio”, grazie soprattutto alle economie dei Paesi dell’Asia centrale, che stanno beneficiando della nuova situazione economica e commerciale, creata dalle sanzioni occidentali imposte alla Russia.
A sua volta l’accelerazione dell’economia russa in “tempo di guerra e di sanzioni” sarebbe stata favorita in primis dagli “alti prezzi del petrolio”. Vale a dire che il cosiddetto “tetto al prezzo del petrolio”, previsto dalle sanzioni occidentali, ha avuto l’impatto minimo sull’economia russa. E questo perché Mosca ha molto velocemente rafforzato i legami commerciali con i Paesi non allineati, riorientando le proprie esportazioni, in primo luogo quelle di idrocarburi, verso la Cina, l’India, i Paesi del Sud-est asiatico e anche verso gli Stati dell’Asia centrale.
Infine gli esperti della BERS non hanno modificato le proprie aspettative per l’Ucraina, prevedendo ancora una crescita dell’1% quest’anno e del +3% nel 2024.