Gli operatori del telecom denunciano un “evento sismico” e le attività sovversive degli Houthi dello Yemen
Molti Paesi africani sono rimasti praticamente senza l’accesso alla Rete in seguito ai gravi danni subiti questo mese dai quattro dei principali cavi per la trasmissione dati sottomarini, che collegano l’Africa, al resto del mondo compreso il più importante West African Cable System (WACS). I cavi a fibra ottica, posati sul fondale marino, sono stati gravemente danneggiati sia dalla parte Ovest del continente africano, da qualche parte vicino alla Costa d’Avorio, e alche all’est nelle acque al largo dello Yemen.
Mentre per la rotta Ovest, la società di telecomunicazioni, MainOne, che gestisce uno dei cavi dell’Africa occidentale, ha dichiarato di “aver escluso cause umane”, come la pesca, e quindi di “ritenere che il danno sia dovuto all’attività sismica sul fondo del mare”, per i danni alle reti di comunicazioni nella parte Est, molti esperti hanno puntato il dito accusatore sulle attività sovversive degli Houthi.
Da alcune settimane è molto difficile, a volte praticamente impossibile stabilire l’accesso a Internet in tutta l’Africa. Come scrive la rivista “The Economist” il 14 marzo la Borsa del Ghana è stata messa in tilt, dopo che un blackout di Internet ha interrotto le negoziazioni. L’Autorità nazionale per le comunicazioni del Ghana ha dichiarato di ritenere che “ci vorranno almeno cinque settimane per risolvere il problema”.
Secondo NetBlocks, una società di ricerca digitale, la connettività digitale in Liberia e in Benin è scesa al di sotto del 20% dei livelli normali. In Costa d’Avorio è il tasso di connettività è crollato al 3%. Sebbene negli ultimi giorni una parte del traffico sia stata ripristinata, il Wi-Fi rimane instabile in una decina di Paesi, tra cui il Sudafrica.