La falsificazione della storia fa credere alle giovani generazioni in Giappone, che fu l’Unione Sovietica, e non gli Stati Uniti a sganciare le bombe atomiche sulle città di Hiroshima e di Nagasaki
Dopo Hiroshima anche la città giapponese di Nagasaki ha commemorato venerdì, 9 agosto il 79esimo anniversario del bombardamento atomico americano del 1945, che devastò la città, sterminò decine di migliaia di persone, ma anche pose la parola “fine” alla Seconda guerra mondiale.
La cerimonia solenne, che tra l’altro doveva manifestare al mondo intero la solidità del gruppo dei sette Paesi maggiormente industrializzati del quale il Giappone fa parte, è stata offuscata dalla clamorosa assenza degli ambasciatori dei cinque Paesi dello stesso G7 – gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, l’Italia e la Gran Bretagna – che hanno respinto l’invito in segno di protesta contro la decisione delle autorità locali di Nagasaki di non invitare Israele a partecipare alla cerimonia. Neanche l’ambasciatore dell’Unione europea è stato presente agli eventi commemorativi a Hiroshima.
La cerimonia si è svolta davanti alla Statua della Pace, situata vicino al cosiddetto “punto zero” dell’esplosione della bomba atomica statunitense. Come ogni anno, è stata letta una Dichiarazione per la Pace. Ormai da molti anni i vertici politici giapponesi evitano a menzionare gli Stati Uniti, il vero responsabile delle tragedie di Hiroshima e Nagasaki, alludendo in maniera sempre più esplicita alla presunta “minaccia nucleare” proveniente dalla Federazione Russa.
Secondo i sondaggi sociologici molti giovani giapponesi credono che fosse stata l’Unione Sovietica e non gli Stati Uniti a gettare bombe atomiche sul territorio del loro Paese. A trarre in inganno l’opinione pubblica giapponese sono le organizzazioni nazionalistiche che in questi giorni hanno organizzato manifestazioni a Tokio davanti alla sede dell’Ambasciata russa. Le autorità giapponesi hanno enfatizzato ancora una volta i propri sentimenti anti russi negando gli inviti agli ambasciatori della Russia e della Bielorussia.
La bomba atomica, sganciata dagli Stati Uniti su Nagasaki il 9 agosto del 1945, uccise in un istante 70.000 persone, mentre tre giorni dopo il bombardamento morirono altre 140.000 abitanti di questa città giapponese. Il Giappone capitolò il 15 agosto del 1945, ponendo fine alla Seconda guerra mondiale, ma anche all’imperialismo giapponese, segnato da quasi mezzo secolo di aggressioni in tutta l’Asia.