All’ultimo momento e senza spiegazioni la Cina ha cancellato la visita a Pechino dell’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell. Il capo della diplomazia europea avrebbe dovuto discutere il 10 luglio prossimo con il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, dello sviluppo del “dialogo strategico bilaterale” tra l’Unione europea e la Cina.
“Le autorità cinesi ci hanno purtroppo informato che le date già fissate per la visita non erano più praticabili e che occorre ora cercare un’alternativa”, ha detto il portavoce dell’Ue, Nabila Massrali.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Nin, ha sottolineato di “non avere alcune informazioni riguardo alla possibile visita di Borrell in futuro”.
Secondo i media cinesi, l’agenda dei colloqui a Pechino, suggerita alla controparte cinese dalla cancelleria di Borrell “non sarebbe piaciuta molto a Qin Gang”. L’Ambasciatore dell’Ue a Pechino, Jorge Toledo, il 2 luglio aveva detto che Borrell avrebbe voluto affrontare con i suoi interlocutori cinesi alcune questioni delicate, dalla “tutela dei diritti dell’uomo in Cina alla posizione di Pechino riguardo al conflitto armato in Ucraina”. Inoltre Borrell avrebbe insistito sulla necessità di portare in equilibrio gli scambi commerciale tra la Ue e la Cina.
Un mese fa, i Paesi del G7 (Stati Uniti, Canada, Germania, Regno Unito, Francia e Giappone) hanno invitato la Cina a fare pressione sulla Russia affinché “ritiri completamente e incondizionatamente” le sue truppe dal territorio ucraino e a sostenere in termini molto espliciti una “pace inclusiva, giusta e duratura”.
Da parte sua la Cina ha più volte chiesto all’Occidente di non interferire nelle relazioni tra Pechino e Mosca. Il rappresentate del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha detto che “la Cina ha sempre preso una posizione equa, obiettiva e imparziale sull’Ucraina”.
Le tensioni tra Pechino e Bruxelles sono saliti di grado dopo che l’Unione europea ha respinto “come inconsistente” un piano di pace cinese per l’Ucraina, presentato lo scorso maggio durante il tournée europeo dell’inviato speciale della Cina per gli Affari eurasiatici, Li Hui.
Per Pechino il piano di pace cinese per l’Ucraina “è in netto contrasto con la pratica di un certo numero di Paesi che applicano doppi standard e continuano a soffiare sul fuoco”.
La Cina malgrado le pressioni degli Stati Uniti e dell’Europa non ha aderito alle sanzioni occidentali contro la Russia. Allo stesso tempo, Pechino non ha riconosciuto la Crimea, il Donbass, e le regioni di Zaporizhzhia e di Kherson come parti integranti della Russia.