Spagna e Irlanda cercano un'alleanza tra i paesi europei che vogliono riconoscere subito lo Stato palestinese
Alcuni Stati membri dell’Unione europea potrebbero presto riconoscere lo Stato palestinese. Dovrebbe accadere entro maggio, come annuncia Josep Borrell , Alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, a margine di una riunione del World Economic Forum in corso a Riad, in Arabia Saudita.
Irlanda e Spagna ad aprile 2024 avevano ribadito l’intenzione di raccogliere i Paesi che presto riconosceranno la Palestina e di creare con loro un’alleanza. Il riconoscimento non coinvolgerà direttamente l’Unione europea visto che solo una Stato può riconoscere un altro Stato ma anche a livello comunitario il riconoscimento da parte di alcuni dei suoi membri non può che essere un fatto significativo.
I Paesi più “freddi”, come l’Italia, non sono contrari al riconoscimento in sé, ma a farlo nel momento attuale: “Deve nascere uno Stato palestinese democratico con governo guidato dall’Anp, non da Hamas, che è un’organizzazione terroristica”, aveva spiegato il ministero degli Esteri Antonio Tajani.
A spingere sull’acceleratore c’è come sempre il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez che ha sondato Irlanda, Polonia, Slovenia, Belgio e Malta. Proprio l’Irlanda, con motivazioni chiaramente storiche, è la principale alleata degli iberici.
A oggi 140 dei 193 Stati ONU riconoscono a Palestina, l’unico Stato UE è la Svezia, dal 2014. Il 18 aprile 2024, in una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che avrebbe riconosciuto la Palestina come membro a pieno titolo, gli Stati Uniti hanno posto il loro veto.
Il riconoscimento dello Stato palestinese è, come più volte ribadito da Sanchez, il modo più concreto per avviarsi verso quella soluzione “a due stati” che molti ritengono come l’unica possibile per una pace futura. Questo è stato anche al centro dei dialoghi tra Borrell e il vice primo ministro e ministro degli Affari esteri della Giordania, Ayman Safadi che, secondo fonti ministeriali giordane: “Hanno discusso gli sviluppi a Gaza e gli sforzi per porre fine alla guerra, garantire la protezione dei civili e fornire aiuti umanitari a tutte le parti della Striscia, oltre agli sforzi per ridurre l’escalation nella regione”. Safadi avrebbe elogiato “Le posizioni e gli sforzi di Borrell per porre fine all’aggressione, affrontare la catastrofe umanitaria a Gaza, applicare il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale, e le sue chiare posizioni per la creazione di uno Stato palestinese indipendente”.