Secondo la Corte europea dei diritti umani (CEDU) le elezioni in Bosnia-Erzegovina non sono democratiche.
Questo avverrebbe a causa del sistema politico che offre una posizione privilegiata ai “gruppi etnici costituenti ovvero bosniaci, croati e serbi. La sentenza è arrivata in seguito al ricorso di un cittadino che aveva denunciato l’impossibilità di votare per i candidati da lui prescelti “a causa di una combinazione di requisiti territoriali ed etnici applicabili alle elezioni legislative e presidenziali”, secondo quanto riporto dall’ANSA.
La Bosnia – Erzegovina è formalmente uno dei paesi candidati a entrare nell’Unione Europea dallo scorso dicembre. Per ottenere il via libera per aggregarsi al gruppo delle 27 nazioni che compongono l’unione europea Sarajevo dovrà però inaugurare una stagione di profonde riforme.
Un processo che non sarà semplice e probabilmente nemmeno rapido: nei giorni scorsi l’UE aveva infatti spiegato di “deplorare” l’entrata in vigore di emendamenti al codice penale di Republika Srpska (Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, una delle due entità che forma il Paese) relativi a sanzioni penali per il reato di diffamazione. Modifiche che, secondo Bruxelles, “impongono restrizioni inutili e sproporzionate ai media indipendenti e alla società civile”. Di fatto l’accusa è quella di limitare la libertà di espressione.