Pechino contesta la decisione del presidente, Joe Biden: “Da Washington protezionismo ed ipocrisia”
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato il decreto che aumenta drasticamente i dazi doganali su molte categorie di prodotti, dall’acciaio all’alluminio e alle autovetture elettriche, esportati dalle industrie cinesi verso gli USA. La Casa Bianca ha accusato la Cina delle “pratiche commerciali scorrette” che “costituiscono un rischio inaccettabile” per la “sicurezza economica” degli USA.
La lista dei prodotti, dichiarati da Washington “non grati”, è lunga e praticamente mette al bando l’export cinese per 18 miliardi di dollari. Oltre a mantenere i dazi su 300 miliardi di dollari di prodotti cinesi, che erano già stati varati dalla precedente amministrazione di Donald Trump, questa volta saranno colpite le esportazioni cinesi di metalli, di semiconduttori, di batterie elettriche, di alcuni tipi di minerali critici per la transizione energetica, di pannelli fotovoltaici e di molti altri prodotti industriali. L’obiettivo, ha scritto l’amministrazione di Joe Biden in un comunicato stampa, è quello di “proteggere le industrie strategiche degli USA dalla concorrenza sleale cinese”.
I dazi sulle esportazioni cinesi di prodotti in acciaio e in alluminio saliranno dal 7,5% al 25%, mentre quelli sui semiconduttori e sui pannelli fotovoltaici raddoppieranno dal 25% al 50 per cento. Ma le misure più dure, o meglio dire “proibitive”, riguardano le auto a trazione elettrica: i dazi doganali sui veicoli importati dalla Cina saranno quadruplicati, salendo di colpo dall’attuale 25% al 100 per cento.
Pechino ha reagito molto duramente alla decisione di Biden di inasprire la guerra commerciale con la Cina. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha convocato martedì 14 maggio una conferenza stampa speciale per chiedere a Washington di abbandonare l’ipocrisia, i doppi standard e non ricadere nell’errore del protezionismo. “La Cina si è sempre opposta all’incremento unilaterale dei dazi in violazione delle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio e adotterà tutte le misure necessarie a salvaguardare i suoi legittimi diritti e interessi”, ha dichiarato Wang ai giornalisti, accusando gli Stati Uniti e l’Unione europea del desiderio di “reprimere le industrie avanzate negli altri Paesi”. Secondo il portavoce della diplomazia cinese “gli Stati Uniti portano avanti il protezionismo, calpestano i principi dell’economia di mercato, le regole dell’economia e del commercio internazionali. Si tratta di puro bullismo”.