Le varie misure di protezione della foresta amazzonica, il grande polmone verde diviso tra Brasile, Perù, Colombia e altri Paesi sudamericani, stanno portando a risultati. Nonostante i gravi incendi del 2024 il tasso di deforestazione in Amazzonia è sceso del 30% rispetto all’anno passato, il risultato migliore negli ultimi 9 anni.
E’ quanto afferma il governo del presidente Lula, in prima linea per cercare di arginare la perdita di alberi ed ecosistemi in quella che è la più grande foresta pluviale del pianeta. Secondo l’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (INPE), la deforestazione è diminuita del 30,6% nei 12 mesi tra agosto 2023 e agosto 2024.
Quello che è il risultato più basso degli ultimi 9 anni ha portato comunque alla perdita di 6.288 chilometri quadrati di aree boschive andando a incrementare il triste trend che ha visto la perdita del 20% della superficie forestale in mezzo secolo. Le cause sono la ricerca di spazi per agricoltura e allevamento, per l’espansione urbana e per l’estrazione mineraria.
“Abbiamo ottenuto esiti importanti, riducendo la deforestazione dai 9.064 chilometri quadrati dell’anno precedente ai 6.288. Questo è quello che si ottiene con impegno e lavoro congiunto, a fare la differenza sono state le azioni di pianificazione territoriale e l’adozione di strumenti economici e normativi”, ha affermato Marina Silva, ministra dell’Ambiente del Brasile secondo quanto riportato dall’ANSA.