Dopo l’allargamento a gennaio 2024 a cinque nuovi membri, il gruppo, ora informalmente chiamato BRICS+, rappresenta il 37,3% del PIL mondiale
Si è conclusa in Russia la riunione di due giorni dei ministri degli Esteri dei BRICS, alla quale hanno partecipato alcuni “ospiti d’onore”, tra cui il capo della diplomazia della Turchia, Hakan Fidan. Al centro dei colloqui si sono trovati i temi più urgenti dell’agenda globale, dalla sicurezza energetica, alla preoccupante divisione del mondo in blocchi ostili che danneggiano le catene di approvvigionamento e innescano guerre commerciali. Inoltre sono state analizzate le possibili vie per porre fine ai conflitti regionali, dall’Ucraina alla Palestina. Sul piano dello sviluppo delle relazioni all’interno del gruppo, che dal 1° gennaio del 2024 oltre al Brasile, la Russia, l’India, la Cina e il Sud Africa, include anche l’Egitto, l’Iran, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Etiopia, sono stati analizzati i piani di aumentare gli scambi commerciali, pagati in valute nazionali, nonché il lancio di una moneta propria dei BRICS.
Lo scopo delle attività dei BRICS è la costituzione di un nuovo ordine mondiale, giusto e non discriminatorio, basato sui principi di multipolarismo e di sviluppo sostenibile. Il passaggio a un nuovo ordine mondiale “richiederà tanto tempo e sarà anche difficile, soprattutto considerando che Washington sta attivamente cercando di impedire questo processo”, ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov. Secondo il capo della diplomazia russa, l’espansione dei BRICS dimostra che si stanno consolidando alcuni nuovi centri decisionali a livello globale che includono gli Stati del Sud e dell’Est del mondo, ovvero “gli Stati della maggioranza mondiale”.
“Questi Paesi – ha sottolineato Lavrov – sostengono un ordine mondiale più equo basato sull’uguaglianza sovrana degli Stati e sulla diversità delle civiltà. Il passaggio a un nuovo ordine mondiale richiederà un’intera epoca storica e sarà difficile”. Il ministro russo ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti, affiancati dai loro alleati usano la “pressione delle sanzioni e il ricatto finanziario” per “influenzare la scelta dei modelli di sviluppo”, ma non “hanno alcuna possibilità di mantenere il loro dominio sfuggente”.
In questo contesto internazionali molto complesso e teso il ruolo dei Paesi del gruppo BRICS nella risoluzione dei problemi globali aumenta di anno in anno. “Sono convinto che il vento del cambiamento stia portando avanti il gruppo BRICS, perché il suo ruolo nella risoluzione dei problemi globali solo aumenterà. È confermato anche dalla costante crescita del numero di Paesi che mostrano un genuino interesse ad unirsi al lavoro della nostra associazione”, ha dichiarato il capo della diplomazia russa, ricordando che oltre 30 Paesi del mondo hanno dichiarato di essere interessati a cooperare coi BRICS, mentre la Turchia ha deciso di aderire al gruppo come Paese-membro a pieno titolo.
I partecipanti della riunione ministeriale hanno riconosciuto il fatto secondo cui il gruppo BRICS è una delle organizzazioni in cui i principi della cooperazione equa sono implementati in pratica piuttosto che a parole. I valori principali dei BRICS sono “rispetto reciproco, apertura, pragmatismo, solidarietà, continuità e consenso”. Dopo l’allargamento a gennaio 2024 a cinque nuovi membri il gruppo, ora informalmente chiamato BRICS+, rappresenta il 37,3% del PIL mondiale, una cifra significativamente superiore rispetto al 14,5% dell’Unione Europea. Oltre all’aumento del peso economico, l’espansione dei BRICS+ porta con sé una maggiore influenza dei Paesi in via di sviluppo all’interno delle organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, l’Organizzazione Mondiale del Commercio e le istituzioni di Bretton Woods. E i ministri degli Esteri dei BRICS hanno fatto capire che l’organizzazione si prepara a fare un salto di qualità per rappresentare un fronte economico, politico e finanziario di enorme capacità geopolitica di redistribuire il potere su scala globale, attualmente dominato dai Paesi del G7.
L’energia è stato uno dei temi centrali della riunione ministeriale. I Paesi dei BRICS intendono sviluppare la cooperazione nel settore energetico. È stato sottolineato che la sicurezza energetica rappresenta una delle basi più importanti per lo sviluppo economico, per la stabilità sociale, la sicurezza nazionale e il benessere di tutti i Paesi del mondo”.
La realizzazione di questi piani piuttosto ambiziosi non permette ai BRICS di “riposare sugli allori”, ha detto il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi. “È necessario compiere ulteriori sforzi affinché il gruppo BRICS diventi una piattaforma di cooperazione tra mercati emergenti e Paesi in via di sviluppo contraddistinta da apertura e inclusività”, ha sottolineato Wang, secondo cui “nella competizione tra la promozione del multipolarismo mondiale e il mantenimento dell’egemonia unipolare, nella collisione tra la globalizzazione economica e l’anti-globalizzazione, i BRICS devono seguire la tendenza della storia, schierarci dalla parte dell’equità e della giustizia e compiere la scelta giusta”.
Guardando al futuro, il gruppo Brics allargato “dovrà assumersi grandi responsabilità” e “tagliare grandi traguardi”; per diventare un meccanismo di cooperazione tra mercati emergenti “aperto e inclusivo”, è necessario “rafforzare la nostra fiducia nel multilateralismo” e “la determinazione in funzione della pace e della sicurezza”, ha aggiunto il ministro.
La riunione ministeriale è diventata l’occasione per alcuni contatti e dichiarazioni importanti che confermano la tendenza di passaggio a un mondo multipolare. In particolare il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha ricevuto una telefonata dall’omologo russo, Vladimir Putin, nel corso della quale i due leader hanno discusso di cooperazione economica bilaterale e di governance multilaterale. Sono stati analizzati le prospettive di una soluzione politica del conflitto in Ucraina. Lula ha ribadito la posizione brasiliana per quanto riguarda l’Ucraina, sottolineando che i negoziati di pace devono coinvolgere entrambe le parti in conflitto, che è “in linea con il documento firmato dai consiglieri presidenziali del Brasile, Celso Amorim, e del suo omologo cinese, Wang Yi”. Il presidente brasiliano ha inoltre parlato sulla necessità di “un’ampia riforma della governance globale”, da discutere nell’ambito del G20, che si terrà a Rio de Janeiro a novembre, riflettendo “i nuovi assetti geopolitici mondiali” e rafforzando “il ruolo delle Nazioni Unite come forum di consultazione sulla prevenzione dei conflitti”.
Da Belgrado il premier serbo, Milos Vucevic, ha trasmesso i saluti alla riunione dei BRICS e ha dichiarato di credere nelle “relazioni tradizionali di grande amicizia tra la Serbia e la Russia”, che si basano “su legami storici, sull’obiettivo comune di preservare lo Stato di diritto, lo spirito di libertà, l’indipendenza e la sovranità di tutti i Paesi”.
“Ciò che abbiamo vissuto insieme nella storia recente e lontana – ha dichiarato Vucevic – ci lega sia nel presente che nel futuro, quindi credo nei nostri ottimi rapporti”. Il premier serbo ha sostenuto che “nessuno dovrebbe percepire queste relazioni come qualcosa contro o a favore di qualcuno”, e che la Serbia “deve guardare ai propri interessi politici ed economici, i quali coincidono con la cooperazione con la Russia” che, ha sottolineato, “continuerà”.