Brics: i primi risultati – negativi – della visita del premier indiano negli Usa

India dice di “no” alla futura valuta interna dei Paesi del gruppo Brics, che avrebbe dovuto ridurre l’uso del dollaro negli scambi economici e commerciali reciproci tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

L’India ha messo in forse il lancio nel futuro prevedibile della moneta “interna” del gruppo Brics, composto di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Martedì, 11 luglio, i media indiani hanno citato le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Subrahmanyam Jaishankar, secondo il quale “l’India non ha alcun piano riguardo al lancio della valuta speciale dei Paesi del gruppo Brics”. Secondo il capo della diplomazia indiana “New Delhi si concentra sul rafforzamento della rupia ed è questa la priorità assoluta del Governo”. Al summit di Brics in agosto a Johannesburg “non è all’ordine del giorno la discussione sulla valuta interna” perché ci sono “molte altre questioni urgenti” da discutere. “Ancora per molto tempo le valute continueranno a essere problemi nazionali dei singoli Paesi”, ha aggiunto Jaishankar.
La presa di posizione da parte di New Delhi è avvenuta pochi giorni dopo lo storico viaggio del premier indiano, Narendra Modi, a Washington nel corso del quale l’India e gli Stati Uniti hanno proclamato il corso verso un’alleanza strategica. In questo momento l’India ha buoni rapporti economici e commerciali sia con gli Usa che con i Paesi europei e non vuole rischiare i propri contratti miliardari, sostenendo il lancio di una nuova moneta, destinata a ridurre l’uso del dollaro negli interscambi tra i Paesi del gruppo. Un altro motivo del “no” indiano, secondo la stampa locale, è legato al rafforzamento della Cina, che diventa il vero motore dell’intero gruppo Brics. Questo fatto non può non preoccupare New Delhi. Secondo gli osservatori internazionali ora la palla passa alla Cina e i Paesi Brics, con la Russia e il Brasile in prima fila, sono in attesa di una reazione di Pechino.
In questo contesto l’agenzia Bloomberg ha citato il vice presidente della Nuova banca di sviluppo (New development bank, l’istituto di credito del gruppo Brics), Leslie Maasdorp, che ha definito la valuta Brics “una prospettiva lontana”.
“L’introduzione di una moneta in grado di diventare una valida alternativa al dollaro, è una meta di medio-lungo raggio. Adesso non ci sono proposte concrete riguardo al lancio della valuta del gruppo Brics”, ha detto Maasdorp in un’intervista a Bloomberg, sottolineando il fatto secondo cui “anche lo yuan cinese in questo momento è ancora molto lontano dal diventare una valuta di riserva globale vera e propria”.
La presa di posizione da parte dell’India ha deluso molto i vertici politici della Russia che puntano sull’indebolimento delle posizioni del dollaro negli scambi economici e commerciali globali. La Russia si è trovata all’occhio del ciclone delle sanzioni occidentali e cerca una via d’uscita con i Paesi “amichevoli”. Oltre alla valuta Brics, la Russia vorrebbe lanciare un’alternativa al sistema di comunicazioni interbancarie Swift e creare un proprio hub depositario di incasso e pagamento internazionale che offrirebbe servizi finanziari non soltanto ai Paesi Brics, ma anche a quelli arabi e alle maggiori economie del Sud globale.