BRICS: la presidenza del gruppo è passata dalla Russia al Brasile

Il Brasile si concentrerà su tutta una serie di questioni globali che andranno dalla cooperazione in un modo diviso in blocchi, alla solidarietà con i Paesi del Sud Globale, alle ricerche di alternative valide al dollaro e alla creazione di un ordine globale multipolare.

Luiz Inácio Lula da Silva

Il 1° gennaio del 2025 il Brasile ha assunto ufficialmente la presidenza annuale dei BRICS, il gruppo dei Paesi di tutto il mondo, che venne formato originariamente dal Brasile, dalla Russia, dall’India, dalla Cina e dal Sudafrica. Esattamente un anno fa, ovvero dal gennaio del 2024 il gruppo include anche l’Iran, gli Emirati Arabi Uniti, l’Etiopia, l’Egitto e l’Arabia Saudita il cui status nell’organizzazione si trova in stato di verifica.

La presidenza russa è stata segnata da una serie di successi incontestabili: dopo il Sedicesimo vertice annuale del gruppo, che si è tenuto nella città russa di Kazan il 5-6 ottobre scorso, la Russia ha consegnato in mano al Brasile la presidenza di un gruppo molto più numeroso e potente anche sul piano economico e finanziario. Oltre ai 9 membri a pieno titolo dell’organizzazione che lotta per un mondo multipolare, 13 Paesi sono stati inviati a diventare “partner dei BRICS”. La Thailandia, la Bolivia, la Bielorussia, Cuba, l’Indonesia, la Malesia, il Kazakhstan, l’Uganda e l’Uzbekistan hanno immediatamente ufficializzato la loro adesione, mentre dalla Nigeria, dalla Turchia, dal Vietnam e dall’Algeria si aspettano risposte formali.

Il nuovo status di Stati associati permetterà ai rappresentanti dei Paesi-partner di  partecipare alle riunioni dei ministri degli Esteri dei BRICS nel corso dell’anno e anche al summit annuali.

Come ha annunciato il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva (nella foto), “la cooperazione, la solidarietà con i Paesi del Sud Globale, l’alternativa al dollaro nei pagamenti internazionali, la creazione di un ordine globale multipolare e la riforma degli organismi multilaterali internazionali, tra cui la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e l’Organizzazione mondiale del commercio”, saranno questi i temi centrali della presidenza brasiliana. Lula ha sottolineato che “oltre a sviluppare i temi, elaborati per il 2025 al vertice di Kazan, il Brasile procederà anche con la realizzazione delle iniziative, presentate durante la presidenza brasiliana del G20” tra cui la “lotta al cambiamento climatico e alla povertà nel Sud Globale, nonché la gestione responsabile dell’intelligenza artificiale”.

Il tema della protezione ambientale e della transizione energetica sarà sviluppata anche durante la riunione nel novembre del 2025 nella città brasiliana di Belem della Cop30, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Infine il Governo brasiliano ha annunciato che la Nuova banca di sviluppo dei BRICS (New Development Bank, NDB), attualmente guidata dall’ex presidente del Brasile, Dilma Rousseff, “avrà un ruolo fondamentale” nel finanziare il processo di transizione energetica nei Paesi del Sud del mondo, indirizzando le risorse alle infrastrutture che supportano digitalizzazione e decarbonizzazione. “Se vogliamo costruire un mondo migliore e più sostenibile, i BRICS devono partecipare”, ha dichiarato ad “Agencia Brasil” l’ambasciatore Eduardo Saboia, rappresentante del Governo brasiliano per i Brics, ricordando che la popolazione complessivo dell’influente gruppo internazionale costituisce il 40% della popolazione mondiale, mentre il PIL dei Paesi del gruppo si avvicina al 36% del prodotto lordo del mondo intero.