I BRICS scommetteranno sempre più sulle più affidabili valute nazionali e in prospettiva su un sistema di pagamento basato su risorse digitali
Il segretario al Tesoro USA, Janet Yellen: “È necessario e urgente trovare il modo di sbloccare i 300 miliardi di dollari di beni sovrani russi immobilizzati per aiutare l’Ucraina”
Mentre l’Occidente sta lavorando di fantasia per organizzare il sequestro dei 300 miliardi di dollari della Russia, congelati in Europa e negli Stati Uniti, i Paesi dei BRICS stanno elaborando un sistema finanziario, basato sull’ampio utilizzo delle monete nazionali nel commercio internazionale all’interno del gruppo. Lo ha dichiarato ai giornalisti a margine della conferenza ministeriale del G20 in corso a San Paolo, Brasile, il ministro delle Finanze della Russia, Anton Siluanov, secondo cui “a fronte dei rischi che comporta l’uso del dollaro statunitense, i BRICS scommetteranno sempre più sulle più affidabili valute nazionali, e – in prospettiva – su un sistema di pagamento basato su risorse digitali”.
I BRICS+ sono una potente alleanza internazionale, fondata e composta da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa ai quali all’inizio del 2024 si sono affiancati Iran, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti ed Etiopia. Il gruppo con una popolazione complessiva di circa 3,5 miliardi di persone, pari al 45% di tutti gli abitanti della Terra, controlla oltre il 30% dell’economia globale e il 30% delle riserve petrolifere mondiali.
“Abbiamo cercato di ridurre in continuazione la quota di dollari usata nelle nostre transazioni all’interno dei BRICS e nel 2024 siamo riusciti a far scendere l’uso del dollaro a meno del 25%”, ha detto il ministro Siluanov, sottolineando che “l’uso del dollaro comporta dei rischi molto seri perché può essere portato via”. Per Siluanov “usare le valute nazionali è molto più affidabile ed è quello che stiamo cercando di fare”. Su proposta della Russia i BRICS hanno in agenda la “creazione di un’infrastruttura di pagamento indipendente basata su risorse digitali”, un sistema di “pagamento depoliticizzato, comodo da usare e affidabile” che, secondo Siluanov, “potrà ottenere il sostegno di tutti i Paesi del Gruppo”. Le finanze del Gruppo sono gestite dalla Nuova banca di Sviluppo (New Development Bank, NDB) con sede a Shanghai, in Cina.